
Qui la pratica e la teoria si fondano a vicenda; il sapere della tradizione e l’abilità della mano si uniscono per creare oggetti di ogni genere: una tazza dipinta, un oggetto in ferro battuto, un ricamo. Esiste un legame tra materia e forma, funzione e creatività che solo l’artigiano conosce bene e da cui nasce la bellezza dell’oggetto prodotto. Non si tratta solo di una semplice riproduzione di oggetti ma della capacità di far rivivere la memoria attraverso la manualità, quel sapere artigianale che da forma alle idee, che tende sempre alla perfezione perché riconosce che poteva esser fatto meglio anche ciò che si è fatto bene. Qui parliamo di una bellezza che non è effimera o legata alle tendenze del momento, ma una bellezza che va al di là del tempo.
Soprattutto la nostra Regione è dominata da una cultura umanistica più ricca che altrove, che ha influenzato la nostra capacità manifatturiera con la creazione di oggetti che vanno al di là delle mode. Un esempio su tutti può essere la poltrona Vanity Fair della Poltrona Frau di Tolentino, simbolo dell’eccellenza dell’artigianato italiano nel mondo. La poltrona, dal 1932, anno di nascita della Vanity, è realizzata da veri artigiani con un lavoro che va dalle 4 alle 6 settimane. Un lavoro che si distingue per pazienza, tenacia e disciplina, perché non c’è bellezza senza fatica. Questo dimostra la straordaria manualità nell’arte di lavorare la pelle nella fabbricazione delle poltrone ma anche delle scarpe, altro comparto artigiano dove siamo leader. L’Italia è il “Bel Paese” per definizione, una bellezza che non va solo custodita ma rinnovata: insieme alla tradizione, il bello è uno degli ideali a cui dobbiamo tendere per vincere la competizione globale.

Tradizione e bellezza, qualità e passione, sono questi gli elementi che fanno sentire orgogliose le (piccole) imprese nel momento di imprimere sul proprio prodotto: “Made in Italy”.
Nazzarena Luchetti
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