domenica, maggio 11, 2008

Conferenza stampa di Blarasin. Si gettano le basi per il Popolo della Libertà nelle Marche.

Macerata - Nasce il «Comitato per la promozione della costituzione nelle Marche del Popolo della Libertà». L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa da Andrea Blarasin, consigliere comunale e provinciale, e da Silvano lommi, consigliere comunale. Lo scopo è di gettare sin da questo momento le basi quando confluiranno in un unico soggetto politico Alleanza Nazionale, Forza Italia, e gli altri partiti che hanno aderito al Popolo della Libertà. Il comitato è appoggiato, oltre che da Blarasin e da lommi, anche dai consiglieri regionali Guido Castelli, Franco Capponi, Francesco Massi, Ottavio Brini, Roberto Giannotti; e poi da Umberto Marcucci, vicepresidente del consiglio provinciale; dai consiglieri dei Comuni maceratesi Mirco Braconi, Alberto Pilato, Alessia Pupo, Valeria Ruiti Spurio, Giorgio Pollastrelli, Giuseppe Dezi e da consiglieri di altri Comuni marchigiani. Alla presentazione è stato detto che «occorre evitare di prendere decisioni tra pochi, ed è per questo motivo che è bene promuovere la costituzione del Pdl agevolando la partecipazione. E così le porte del Comitato sono aperte a tutti».

venerdì, maggio 09, 2008

Giorgia Meloni: "aiuterò i veri eroi: i precari che hanno figli"

Roma - È il ministro più giovane della storia d’Italia. Ma lei non vuole enfatizzare, e sospira: «Così dicono gli uffici delle statistiche». Ha battuto per un anno il primato di Enrico Letta nel primo governo Prodi. Il primo abbraccio «a Fabio Rampelli, il dirigente che mi ha buttato in pista a 21 anni, candidata alla Garbatella. Quella sì che era una follia». Arriva alla cerimonia del Quirinale a piedi («sono 300 metri, che dovevo prendere? Il cavallo» ), dopo essersi avvicinata al centro con la sua ormai leggendaria Mini verde. Al ministero qualcuno era un po’ stupito. Lei si tiene ancorata al principio stabilito quando è diventata vicepresidente della Camera: «Se c’è un’esigenza di rappresentanza uso l’auto blu, se no guido da me». Facciamo l’intervista mentre corre da Palazzo Chigi a Saxa Rubra, per il primo programma televisivo del suo mandato. Chiedo speranzoso: «Qui c’è un’esigenza di servizio?». Giorgia Meloni sorride: «No, non mi pare». E così finiamo in quattro nella Mini (guida lei): il neo ministro, la sua portavoce Giovanna, e il suo caposegreteria Giovanbattista.

Un minuto prima del giuramento al Quirinale dov’era?
(Sorride) «A brindare nel bar di Alfonso un nostro militante, che ha il locale in via IV novembre».
Sua madre Anna, si è emozionata più questa volta o per l’elezione a Montecitorio?
«Questa volta non se lo aspettava. Se le racconto cos’è successo oggi...».

Cos’è successo?
(Altro sorriso) «Stava facendo la spesa al solito banco del mercato della Garbatella, è arrivato uno della radio e si è messo a chiedere a quelli dei banchi: “Qualcuno conosce la Meloni?”».

E sua madre?
«Il pizzicarolo che in italiano sarebbe quello del banco degli alimentari, le ha lanciato un’occhiata e le ha detto: “Signò me sa che deve parlà lei”».

Sarebbe interessante sapere cosa ha detto la signora Anna.
«Non lo so neanch’io, anche a me farebbe piacere».
Parliamo di cose serie, adesso cambia il numero di telefono?
«Ma che scherza? Non lo cambio da dieci anni...»

Così la chiamano tutti...
«Ecco, approfittiamo dell’intervista, oggi sono riuscita a rispondere a 100 sms. Poi sono andata in tilt. Per i restanti 712 mi impegno a farlo prima della fine della legislatura».

Tutti che le chiedono il primo provvedimento...
«E io li deludo rispondendo: il primo non c’è. Come il secondo e il terzo».

Qui mi aspetto un colpo di scena.
(Sospira) «Vede, i provvedimenti arrivano, li devi varare. Quello che vorrei portare di nuovo è un’idea complessiva. L’idea che si devono cambiare le regole del gioco per la generazione precaria, ovvero quel popolo di persone dai 14 ai 40 anni che oggi devono vivere senza stipendio fisso, senza casa, senza la possibilità di costruirsi una famiglia»

E da dove si comincia?
«In un Paese come questo, che è in mano alle caste e ai privilegi, dalla rivoluzione del merito».

Ovvero?
«Sostituendo l’egualitarismo della sinistra un’idea un po’ chic e un po’ brutale per cui dovremmo essere tutti uguali, con l’uguaglianza».

Qual è la differenza?
«Aspirare all’uguaglianza del punto di partenza ovvero le pari opportunità per tutti piuttosto che l’uguaglianza del punto di arrivo, ovvero il livellamento di tutti».
Ha in mente degli strumenti per farlo?
«I primi due sono il prestito d’onore e la detassazione per le giovani imprese. Il che vuol dire sostenere i giovani, e i loro progetti, indipendentemente dal censo e dal loro patrimonio familiare. Ovvero rompere i privilegi delle rendite che hanno bloccato quelli che in questo Paese avevano delle idee».

Eppure oggi in Italia i giovani fanno notizia solo per delitti e violenze.
«Ed è un altro dei pallini che ho in testa. Passare dal racconto della degenerazione a quello di una generazione. Spostare i riflettori dalle storie di degrado, e provare a raccontare e a far emergere le piccole storie di coraggio quotidiano».

Lei usa la parola coraggio?
«Sì, che cos’altro serve per raccontare ragazzi e ragazze che devono lavorare il triplo per ottenere la metà dei loro padri».

Chi è secondo lei uno di questi eroi quotidiani?
«I precari che fanno figli anche se non sanno come riusciranno a pagargli la scuola. Noi, - intendo i media, la politica, le istituzioni - in questi anni abbiamo guardato solo ai bulli, ai teppisti, ai mostri da stadio. Adesso bisogna provare a voltare pagina».

Lei per anni ha fatto battaglia contro la Melandri, ora prende il suo posto.
«Non condividevo le sue idee, ma ovviamente riconosco che le ha sostenute con serietà e con grande impegno».

Teme la sua opposizione, adesso?
(Grande risata) «So che si era lamentata perché l’avevamo combattuta con un sito ironico politico, melandrina.it. Se riesce a fare meloncina.it mi tolgo il cappello».

sabato, maggio 03, 2008

Blarasin: "con Alemanno premiata la buona politica"

In qualità di Responsabile Provinciale di Destra Sociale, la componente che fa capo a Gianni Alemanno, non posso non intervenire nel dibattito politico apertosi in Provincia dopo la Vittoria del PDL alle politiche e quella di Alemanno a Sindaco di Roma.
La destra sociale è particolarmente radicata nelle Marche e soprattutto in provincia di Macerata ove conta diverse centinaia di iscritti e molti amministratori locali. Con il suo attivismo e la vicinanza alle esigenze dei cittadini si è guadagnata le simpatie ed il rispetto della gente. Nell’ultima stagione dei congressi di A.N., dove si è presentata con destra protagonista contro la Destra di Storace, è stata determinante per tante vittorie, anche a Macerata.
E’ pertanto con un po’ di stupore che leggo qua e la le dichiarazioni di alcuni politici di lungo corso e di politici in erba su Alemanno, come si trattasse di un fenomeno nuovo e dirompente e che pertanto è necessario cavalcarne l’onda, fare alleanze ed altre cose di questo tipo.
Invece, quello di Roma non è stato un evento casuale, ma la giusta conclusione di un ottimo lavoro politico che Alemanno ha saputo costruire con umiltà, competenza e spirito di servizio nei confronti del centro destra e della gente.
Questo evento sarà ripetibile in altri luoghi solo se si abbandoneranno egoismi ed alchimie numeriche per volgere con attenzione, e non solo a parole, lo sguardo al nostro territorio ed alle sue esigenze oltre che al sociale, all’ordine pubblico, alla sicurezza, alle classi più deboli, alle famiglie e al lavoro.
Quando nei giorni scorsi ho chiamato, senza apparente riscontro, le forze socio-politiche ad iniziare un ragionamento prima sulle regole e sui programmi e poi eventualmente sui candidati a sindaco o a presidente della Provincia mi sono basato su quei capisaldi della buona politica irrinunciabili non solo per vincere le elezioni ma soprattutto per governare bene nell’interesse del territorio.
Senza conoscenza, regole e programmi concreti, neanche Alemanno avrebbe potuto vincere Roma. Pertanto, è su questi concetti che rinnovo l’appello prima che, passati gli entusiasmi, si torni ai soliti ragionamenti effettuati tra pochi nelle segrete stanze totalmente lontani dalla gente: quella gente che come abbiamo visto sa poi punire, anche senza appello.
Un ringraziamento particolare va a Roberta Cecchini, della componente destra sociale della provincia di Macerata, che è stata membro della segreteria organizzativa romana della campagna elettorale per Alemanno Sindaco.


Comunità Montana di Camerino: "Assessori assenteisti e indennità da capogiro"

LA SCELTA DEL GOVERNO Prodi di risparmiare sulla spesa pubblica chiamando in causa anche le Comunità Montane non appare del tutto peregrina, dinanzi alcuni dati che riguardano quella di Camerino: assessori «assenteisti» che percepiscono indennità da migliaia di euro per aver presieduto ad una manciata di sedute durante il 2007.
A SEGNALARE aspetti, a prima vista sconcertanti, è stato un consigliere di minoranza, Dario Morosi di Pievebovigliana. Nel 2007 la Giunta comunitaria camerte ha tenuto 23 sedute con l’adozione di 107 provvedimenti. Tra i sette membri (un organico corposo rispetto alle funzioni che al momento sono attribuite all’ente) dell’esecutivo ci sarebbero degli «assenteisti».
Attualmente la Comunità montana di Camerino è guidata dal presidente Luigi Gentilucci, Fabio Barboni è il vicepresidente e i cinque assessori sono Claudia Stefanelli, Gianfranco Tesei, Pietro Cecoli, Venanzo Ronchetti ed Ennio Ermini.
«L’ASSESSORE ai lavori pubblici Claudia Stefanelli (Ussita) - svela Morosi - ha presenziato soltanto a 6 sedute (73,91% di assenze) e ha partecipato all’approvazione di 29 delibere (27,10%), non assistendo nemmeno a quella in cui è stato deliberato lo schema del programma triennale delle opere pubbliche. L’assessore Stefanelli, avendo percepito 7.529,88 euro è costato alla comunità 1.254,98 euro ogni seduta di Giunta. Un pari disimpegno amministrativo - afferma lo stesso consigliere di minoranza - è stato registrato anche dal vice presidente Fabio Barboni (Muccia), che ha presenziato a 9 giunte (60,87% di assenze) e partecipato all’approvazione di solo 37 delibere (34,58%). Ha percepito 9.203,16 euro, è costato alla comunità 1.022,57 ogni presenza in Giunta Il fenomeno dell’assenteismo è comunque confermato anche per i primi mesi di questo2008».
IL PRESIDENTE della Comunità camerte, Luigi Gentilucci, invece è stato assente soltanto in una seduta, come l’assessore Venanzo Ronchetti. Non presenti a due sedute invece Pietro Cecoli ed Ennio Ermini, quattro ne ha saltate Gianfranco Tesei.

Dario Morosi
Capogruppo “Insieme per la Montagna”