mercoledì, aprile 30, 2008

Gianfranco Fini, Presidente della Camera: "per una legislatura costituente"

ROMA - «Sono un uomo di parte, ma mi impegnerò per il rigoroso rispetto della parità dei diritti di tutti i parlamentari». Inizia così la presidenza di Gianfranco Fini a Montecitorio. Nel suo discorso di insediamento, il leader di An (eletto con 335 voti su 611 votanti) ha rivolto un «doveroso e sincero» saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un pensiero al neo eletto presidente del Senato Renato Schifani e un omaggio a Benedetto XVI. Un discorso di undici pagine, lette in 14 minuti, interrotto da sedici applausi e suggellato da una standing ovation finale, durante il quale Fini ha sottolineato soprattuto l'auspicio che «la XVI sia davvero una legislatura Costituente», nella convinzione di «interpretare il pensiero di tutte le forze politiche». Sarebbe «sbagliato», ha affermato Fini, «dire che nulla è stato fatto».

«PACIFICAZIONE» - Dal neo presidente della Camera un elogio del 25 aprile e del primo maggio: «Celebrare la ritrovata libertà dell'Italia e la centralità del lavoro è un dovere cui nessuno deve sottrarsi» ha spiegato Fini. «Si tratta di valori - ha aggiunto - condivisi da tutti gli italiani, specie i più giovani». Per il nuovo numero uno di Montecitorio, nonostante siano «pochi e isolati» quelli che ancora «alzano steccati di odio», bisogna continuare a impegnarsi verso «la ricostruzione di una memoria storica condivisa, una pacificazione nazionale tra vincitori e vinti».

OMAGGIO AL TRICOLORE - Nel suo primo discorso da presidente a Montecitorio , Fini ha voluto inoltre rivolgere un omaggio «alla bandiera tricolore simbolo della nazione», in cui ha detto il leader di An «il nostro popolo si riconosce».

RELATIVISMO - Molto forti le parole espresse da Fini sul «relativismo culturale», definito «un'insidia alla nostra libertà e alla democrazia». «La libertà - spiega il presidente di Montecitorio - è minacciata quando in suo nome si teorizza l'impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato». Secondo Fini, è responsabilità della politica e delle istituzioni rispondere a questa «minaccia», puntando «sull'educazione dei giovani e sulla diffusione del sapere».

LAVORO - Prima di concludere il suo discorso (con «Viva l'Italia, viva la Camera dei deputati») Fini ha anche fatto riferimento al lavoro: «Tutti i deputati e le deputate - ha detto il presidente della Camera - senza distinzione politica sentano l'imperativo morale di dare la massima importanza che il diritto al lavoro possa essere esercitato in condizioni di sicurezza». «La perdurante tragedia delle morti bianche - ha aggiunto - offende le nostre coscienze e non deve essere più considerata ineluttabile ma deve generare lo sforzo comune a tutte le istituzioni perchè ad essa si ponga rapidamente fine».

APPLAUSI BIPARTISAN - Il leader di An sale allo scranno più alto di Montecitorio dopo 25 anni di presenza in Parlamento. Tutti i deputati della Pdl, ma anche tutti gli esponenti dell'opposizione hanno battuto a lungo le mani non appena il presidente di turno della Camera, Pierluigi Castagnetti, ha annunciato il raggiungimento del quorum. La figlia di Fini, Giuliana, che segue i lavori dalla tribuna riservata agli ospiti ha sorriso.

«SONO EMOZIONATO» - Cravatta rosa, completo grigio chiaro, abbronzatura vistosa. Così Fini si è presentato a Montecitorio nel giorno della sua elezione. «Sono un po' emozionato - ha confidato prima dello spoglio - ma credo sia normale. Ma sono anche uno freddo di carattere». Fini, che si è trattenuto a chiacchierare con Roberto Calderoli mentre in Aula è in corso la prima chiama, si è poi lasciato andare ai ricordi e, in particolare, alla prima volta a Montecitorio. «Era l’83 - racconta - e c’erano Almirante e Berlinguer...». Poi il leader di via della Scrofa ha atteso lo spoglio pubblico delle schede del quarto scrutinio - quello decisivo - in una delle stanze che affacciano sul corridoio dei ministri al piano Aula.

NAPOLITANO - In serata il presidente Napolitano ha ricevuto i nuovi presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani. Quest'ultimo si è poi recato a Palazzo Grazioli, convocato da Silvio Berlusconi.

martedì, aprile 29, 2008

Alemanno e la destra che ha fatto l'impresa

UN PASSO AVANTI NELLA STORIA
Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Lo ripeto per ben due volte, perché onestamente ancora non ci credo. E quanti altri come me? Una marea. Perché -sappiate- se c’è una cosa che più di altre mi ha colpito della vittoria di Alemanno, è stato il coinvolgimento spontaneo di una miriade di persone neppure residenti nell’Urbe. Molte delle mail che ci arrivavano erano di volenterosi sostenitori che pur non potendo votare (in quanto non residenti nella Capitale) hanno sostenuto -ognuno con i propri mezzi, piccoli o grandi che fossero- l’elezione del candidato del Pdl, a dimostrazione di quanto questa vittoria sia stata voluta, cercata e trovata da tutta Italia e non solo da Roma. Anche grazie a loro, queste elezioni ora hanno un significato storico per la destra italiana: perché nasconderlo? Alemanno è arrivato a toccare una meta che credevamo fosse impossibile da raggiungere. E’ riuscito laddove aveva iniziato Gianfranco Fini nel lontano 1993. Erano altri tempi: tangentopoli stava facendo il suo corso, DC e PSI erano due ricordi, ci fu l'avvento del Cavaliere, il Pdl era utopia, e soprattutto c’era ancora l’MSI. Sono passati quindici anni dal ‘93, e oggi la destra non ha vinto un’elezione, ma ha fatto l’impresa.

BRAVO ALEMANNO, HA VINTO PERCHE’ SE LO MERITA – Domanda: dopo la sconfitta schiacciante subita due anni fa da Veltroni, quanti avrebbero deciso di ricandidarsi alla medesima poltrona di sindaco di Roma? Pochi, forse nessuno, eccezion fatta per uno: Gianni Alemanno. Il quale non solo s’è ricandidato verso una vittoria improbabile (ma non impossibile), ma in questi due anni con umiltà è tornato sul territorio. Come? In due modi: diventando il Presidente Provinciale della Federazione romana di An, ma soprattutto occupandosi della città nella sua veste di Consigliere Comunale. Ripeto: quanti avrebbero fatto come lui? Alemanno è un gran lavoratore, instancabile, operativo, che pretende tantissimo, ma soprattutto che ama mettersi di continuo alla prova. E questa vittoria è la dimostrazione che c’è un modo di far politica che paga. Paga essere umili, paga fare un passo indietro se pur rischioso rispetto alle posizioni precedentemente acquisite, paga soprattutto darsi da fare anche quando i sondaggi ti sono contro. Proprio per questo Alemanno è un esempio da seguire: un uomo che non si è arreso, che umilmente si è rimesso a lavorare e che alla fine -come in una favola- ha vinto. Bravo Alemanno, questa vittoria se la merita tutta quanta, perché questo risultato premia sì il Pdl, ma premia soprattutto l’uomo politico. Che sia d’esempio.

BREVE ANALISI DI UNA VITTORIA INCREDIBILE – Molti sono i motivi della vittoria del Pdl e di Alemanno a sindaco di Roma. Oltre ai meriti del nuovo sindaco, ci sono i demeriti del suo sfidante, Francesco Rutelli, senatore del Pd. A Rutelli è mancato l’appoggio della sinistra “extraparlamentare”, dei “compagni” insomma. Lui giustamente dice “mi hanno lasciato solo”. Ma perché? Perché proprio Rutelli rappresentava per la sinistra uno “non di sinistra”. Uno che andava votato per non far eleggere Alemanno, di certo non per la sua “vision”. Del resto, “diciamocelo”, come biasimare la sinistra più estrema? La parte di quel biblico programma del Governo Prodi, voluto dalla sinistra radicale, si dice che non sia stato attuato proprio per via delle resistenze del partito di Rutelli, ormai confluito nel soggetto unico (ma non unitario). E questo, con buona pace di Rutelli, basta e avanza per aver contro una bella fetta di elettorato “amico”. A dimostrazione che lo slogan del 2006 dell’Unione “Uniti si vince” era un’opera incompleta: mancava “..ma non si governa”. Alemanno ha rappresentato (e rappresenta) il nuovo, e come tale è riuscito a portare l’opinione pubblica (e anche il suo avversario) sui suoi temi: temi realistici, mica quelli di “Alice nel paese delle meraviglie”. Per molto, troppo tempo, la sinistra ha gestito Roma in modo privatistico (e non pubblico) arrivando a farci credere che i problemi della Capitale non erano poi tanti, e i pochi che c’erano si potevano risolvere dall’oggi al domani. Balle. Roma -dopo 15 anni di malgoverno- è visibilmente un passo indietro rispetto ad ognuna delle principali capitali europee su temi come la sicurezza, il decoro urbano, la vivibilità, le prospettive future di famiglia e impresa, i servizi al cittadino e chi più ne ha più ne metta. Eppure pareva che fra inaugurazioni (fatte e rifatte) ed eventi mediatici, a Roma non ci si poteva lamentare. Eccome no: così facendo, perdendo quindi il senso della realtà, il centrosinistra ha perso la cosa più importante: il contatto non con gli elettori, ma bensì con i cittadini. E questo si paga, si paga sempre, e il prezzo è altissimo. Perché il governante che cede alla supponenza, all’arroganza e alla prepotenza, prima o poi paga dazio. Di qualunque colore esso sia.

UN PICCOLO CONSIGLIO AL SINDACO DI TUTTI – Ad Alemanno rivolgo qualche piccolo consiglio, certo che non ne avrà bisogno, ma si sa, meglio ripetere piuttosto che tacere. Perché chi tace, non sempre acconsente e spesso si pente. Il consiglio è quello di avvalersi delle persone migliori, non solo per qualifica, ma soprattutto per qualità morali e virtù. Non è l'invettiva del bacchettone, ma l’affettuoso consiglio di chi conosce la dinamica dei ruffiani, della “cortigianeria” e soprattutto dei cicisbei. Occhio Gianni. Perché a destra abbiamo molta gente valida, capace, assennata, preparata e soprattutto che è stata al tuo fianco tanto nei giorni migliori quanto in quelli peggiori. Gente che c’è stata sia prima che dopo il "codazzo". Gente che possiede quelle virtù fondamentali che prendono il nome di integrità, onestà, altruismo, sacrificio e responsabilità. Questa gente c’è. Lo sappiamo benissimo tutti quanti. Non sono né dilettanti né improvvisati. E' gente che ha probabilmente la tua stessa visione del futuro. Persone che non hanno ceduto alla tentazione dell’abbandono neppure nel momento peggiore della storia politica di tutti noi. A queste persone, quelle che sempre sono state con te e sempre lo saranno, ti consiglio di rivolgerti, perché i volti nuovi saranno quelli vecchi, gente onesta.


lunedì, aprile 28, 2008

Alemanno conquista il Campidoglio, per Rutelli sconfitta pesante.

GIANNI ALEMANNO
E' SINDACO ...
ROMA CAMBIA!!!
ROMA. Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Il candidato del Pdl ha ottenuto il 53% dei consensi contro il 47% del già due volte sindaco Francesco Rutelli.
Queste le prime parole del neo sindaco di Roma: “Abbiamo vinto una lunga battaglia. Quando si vince bisogna essere generosi, ci lasciamo alle spalle tutte le polemiche e i veleni di questa campagna elettorale. sarò il sindaco di tutti, senza distinzioni. Oggi non ha una vinto una parte, ha vinto tutta Roma”. Euforico anche il leader di An Gianfranco Fini: “La vittoria più bella del centrodestra, e una pagina storica per Alleanza Nazionale. Una gioia enorme una delle pagine più belle in assoluto per il centro destra e per Alleanza Nazionale. Per An questa è una vittoria storica”. Con questa vittoria il centrodestra stronca la 15ennale esperienza del centrosinistra alla guida della capitale. Intanto, sono arrivati i complimenti di Rutelli al neosindaco Alemanno.

mercoledì, aprile 23, 2008

Andrea Blarasin sulle prossime elezioni: "Prima i progetti, poi i nomi"

La battaglia elettorale è finita senza infuriare, quasi che molti non se ne sono accorti, eppure ha cambiato il volto ad un intero sistema. A cominciare dai tanti politici che sono “morti” senza essere uccisi, dai vari feriti e dai numerosi dispersi. Ci sono anche le macerie delle vecchie “casate” sulle quali però è bene far crescere il verde dell’erba ed iniziare con le proprie forze, con volontà e sacrifici nuove costruzioni al servizio della gente.
Sulla base di tutto questo è bene che cessino anche alcune vecchie logiche di conduzione della politica per le quali gli esclusi o i perdenti, usciti a forza dalle prime file, cambiano corrente (per esempio a destra: da Fini a Storace, da Fini ad Alemanno) e cercano di riposizionarsi personalmente o tramite amici e parenti nelle seconde file possibili (per intenderci: sindaci, assessori, presidenti di provincia, di enti, di comitati o di associazioni).
Il popolo si è espresso senza appello: ha deciso chi mandare a casa, ha mostrato di volere vedere risolti i propri problemi, di detestare la “casta” di quei politici che tanto onore hanno avuto e tanto poco hanno dato.
E’ su questa chiara istanza popolare che bisogna impostare il nuovo lavoro politico: tutto il resto è già visto, giudicato e passato.
Pertanto, in vista dei nuovi appuntamenti elettorali che questa volta saranno locali, colgo l’occasione, come ho fatto tante volte in passato, per richiamare l’attenzione di tutte le forze socio-politiche sulla necessità di elaborare per tempo un progetto per l’intero territorio basato su regole e programmi certi, coerenti, necessari e condivisi.
Per quanto riguarda i candidati, essi verranno dopo e non prima come si è avvezzi a fare nell’esercizio di quel potere che tanti danni ha creato a questa comunità.
I candidati sindaci, presidenti ed altro dovranno essere identificati tra le persone che avranno dato prova di possedere i requisiti necessari a presiedere una Istituzione per storia personale e politica, professionalità, capacità amministrativa, moralità e soprattutto spirito di servizio alla gente.

Andrea Blarasin
Consigliere Provinciale e Comunale

mercoledì, aprile 09, 2008

Come si vota

ATTENZIONE!!!

Fai la croce solo sul simbolo del PdL.
Non fare due croci.
Non fare una grande croce sui due simboli. Se fai la croce sull’intera coalizione il tuo voto sarà annullato.
Passaparola a tutti...



Pievebovigliana, protesta dell'opposizione

I gruppi consiliari “Pieve Rinasce” e “Apriamo la porta ad un Comune migliore”, in segno di protesta, diserteranno la seduta del Consiglio Comunale di Pievebovigliana convocata per venerdì 11 aprile p.v..

Mentre le famiglie italiane stentano ad arrivare alla fine del mese, il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio del Governo Prodi, ha recentemente erogato 200.000 euro al Comune di Pievebovigliana per finanziare la sistemazione del percorso che collega la frazione di S. Maroto alla chiesa di S. Maria Maddalena.

L’intervento avrebbe dovuto, nelle previsioni degli esperti, garantire un flusso turistico su Pievebovigliana di almeno 5.000 persone l’anno …

Nel progetto sono stati utilizzati prezzi da capogiro.

Più di un quarto del costo dell’opera, circa 60.000 euro, è stato utilizzato per le spese di progettazione, direzione lavori e consulenza; incarico affidato con procedura irregolare, fatto già segnalato all’Autorità Giudiziaria e alla Corte dei Conti da parte della minoranza.

Nonostante ciò … ad oggi nessuna risposta!

Un’opera assolutamente inutile, comunque realizzabile in economia con ampia riduzione dei costi, che ha permesso di alimentare le tradizionali clientele locali, in barba alle difficoltà economiche dei cittadini.

E’ ora di finirla con lo sperpero dei soldi pubblici, utilizzati per lavori inutili e finalizzati esclusivamente a soddisfare le clientele locali!

Basta con i bilanci comunali artificiosamente costruiti per finanziare iniziative inutili e di facciata che non producono ricchezza per il paese!

I Consiglieri di minoranza
Dario Morosi
Emanuele Carradori
Roberto Stefani
Alessandro Cupidi

martedì, aprile 08, 2008

Libri: "Congiura" di Davide Mosca

Nessuno può indovinare
di chi è il sangue mescolato al vino.
L’uomo leva la coppa
e la svuota in un solo sorso.
I congiurati lo imitano.
Ora sono legati gli uni agli altri.
Per Roma.


La congiura più famosa di tutti i tempi rivive attraverso la voce ironica e tagliente di Mamerco Mamilio, in un romanzo che unisce una rigorosa ricostruzione della Roma repubblicana a seducenti e moderne atmosfere noir.
Sentimentale e cinico, strumento inconsapevole di maneggi oscuri, il giovane Mamerco è una sfortunata canaglia che spende tutti i suoi soldi in donne e libri e si aggira in una Roma buia, marcia, fra bordelli, palestre e taverne.
Come un segugio, perlustra i bassifondi dell’Urbe su mandato di Cicerone, che lo richiama dall’esilio per far luce sulle voci di congiura che circolano nel Foro. Con lui la giovane Marzia, ribelle e misteriosa, e loschi figuri dal passato torbido e dal futuro incerto.
L’indagine, infine, bussa alle ville dei senatori: Pompeo, Cesare, Crasso, Catilina. Chi è l’Uomo che si nasconde dietro la congiura? E soprattutto, ne è la mente o la vittima?


L'Autore
Davide Mosca, nato a Savona nel 1979, è laureato in Storia antica e vive a Milano. Si occupa di cavalli, guantoni e palloni; nel tempo libero collabora con giornali e case editrici. Ha esordito nella narrativa nel 2001 con Le parole che cadono nel vuoto non fanno rumore. Con Mursia ha pubblicato Silla. Il figlio della fortuna (2003) e Silla Imperator (2006).

sabato, aprile 05, 2008

Una lezione particolare a scuola

Si è svolta questa mattina una lezione particolare per gli studenti delle seconde classi della scuola media Enrico Fermi di Macerata con la quale continua la campagna di prevenzione, promossa dal Consigliere Provinciale Andrea Blarasin, volta a sensibilizzare i giovani sul problema della tossicodipendenza e sugli effetti dannosi delle varie tipologie di droga.
A parlare ai ragazzi è stato l’istruttore del’unità cinofila del Comando Regionale della Guardia di Finanza che ha spiegato quali siano gli effetti devastanti del consumo di alcol e droga, in costante e preoccupante crescita anche nella nostra provincia e con una diffusione sempre più frequente fra i giovani dai 13 anni in su.
“Ringrazio il Preside dell’Istituto Comprensivo Enrico Fermi - dichiara il consigliere provinciale Andrea Blarasin - per la disponibilità e la sensibilità dimostrata su questi temi. Per combattere la droga occorre soprattutto attuare programmi di sostegno alle famiglie, interventi nelle scuole e sul territorio favorendo politiche integrate tra le Istituzioni locali, informando i giovani attraverso strumenti di prevenzione sull’uso delle sostanze stupefacenti.”
“Per questo - continua Blarasin - a breve partirà una capillare campagna di informazione in tutte le scuole superiori, promossa dal sottoscritto in collaborazione con la Guardia di Finanza e approvata dalla Provincia di Macerata. Crediamo che questa esperienza possa aiutare i giovani a comprendere quali siano le reali conseguenze, individuali e sociali, ed i danni derivanti dal consumo di qualunque tipo di sostanza stupefacente. Riteniamo, inoltre, che questo sia un significativo esempio di una importante presenza delle Istituzioni sul territorio e della loro vicinanza alle esigenze delle famiglie e delle giovani generazioni.”