lunedì, novembre 30, 2009

Dal Governo aiuti alle aziende

“Niente per i precari, niente per le imprese”, lamentava a vanvera 48 ore fa il buon Bersani. Se si fosse informato sulle prossime scadenze dell’attività di governo avrebbe evitato una brutta figura. Quanto ai precari che hanno perso il lavoro è in arrivo il raddoppio dell’assegno una tantum, mentre per il sostegno alle piccole e medie imprese decolla il fondo da tre miliardi fortissimamente voluto da Tremonti.
Il fondo salvaimprese sarà misto pubblico-privato: Unicredit, Monte dei Paschi, Intesa San Paolo con la Cassa depositi e prestiti e l’adesione dell’Abi e di Confindustria. Al ministero dell’economia, nella cui sede si è tenuto il summit decisivo, il ruolo di coordinamento. Il fondo di private equity è finalizzato alla patrimonializzazione delle aziende che abbiano un fatturato da 10 a 100 milioni di euro (sono circa 15mila) e avrà una durata di 10-15 anni. E’ rivolto alle imprese con potenzialità di crescita, che siano interessate a far entrare nel capitale, in posizione di minoranza, questo particolare investitore istituzionale.
A partire da questa settimana è prevista una rapida accelerazione di tutte le adempienze (a partire dalla definizione del vertice) per arrivare alla fase realizzativa che vedrà un momento di presentazione alla stampa entro Natale.
Nel fine settimana Palazzo Chigi ha anche dato il via libera a un’altra importante normativa che riguarda le piccole e medie imprese, adottando la direttiva europea che va sotto il nome di “small business act”. Oltre a strumenti già esistenti, nelle quindici pagine del provvedimento vi sono importanti novità come l’apertura per le piccole imprese alle commesse bandite dai comuni con meno di 5mila abitanti oppure la proposta di rendere più conveniente il subappalto. Commenta Confindustria: “Finalmente si legittima il ruolo sociale della piccola industria”.
Quanto alla precarietà, la risposta ai vaneggiamenti del parolaio Bersani stanno ancora una volta nei fatti. Il raddoppio da 2mila a 4mila euro della cifra massima destinata ai precari che abbiano perso il lavoro è stabilita da uno degli emendamenti del governo alla Finanziaria, inserito nel pacchetto welfare del ministro Sacconi.
L’attenzione del governo al tema della disoccupazione è confermata peraltro dalla proroga a tutto il 2010 della cassa integrazione in deroga e di tutti gli ammortizzatori sociali introdotti quest’anno, con estensione del trattamento ai settori o agli ambiti non coperti.
I buoni risultati della strategia anti-crisi del governo, infine, sono stati confermati dall’analisi mensile congiunturale del centro studi di Confindustria.
Dopo il rimbalzo estivo della produzione industriale (+4%), la crescita di ottobre (+1,6%) e di novembre (stimata in +1%), le aspettative sono per l’ulteriore consolidamento della ripresa per questo trimestre e per i due successivi del 2010.

Da "Il Mattinale" - Contributo del Coordinamento Nazionale Pdl - A cura dell'On. Paolo Bonaiuti

venerdì, novembre 27, 2009

Blarasin visita le imprese che hanno vinto la crisi

L'assessore alle Politiche del lavoro della Provincia Andrea Blarasin, su invito della ditta Fileni, ha iniziato a visitare le aziende del territorio che, meno di altre, stanno risentendo della crisi economica. Visite che hanno lo scopo di comprendere le motivazioni del successo di queste imprese, ma anche di promuovere gli incentivi messi in campo dalla Provincia e riguardanti la formazione del personale in tema di sicurezza sul lavoro e di stabilizzazione del personale precario. "Un indice importante - ha detto Blarasin dopo l'incontro con Roberta Fileni - sono i 1650 dipendenti, tra cui i 600 presi in carico da un'azienda in crisi acquisita dalla Fileni, per i quali è rientrata la cassa integrazione, che terminerà prima della fine dell'anno."

tratto da "Il Resto del Carlino" del 27/11/2009

mercoledì, novembre 25, 2009

Le prime lauree del corso per infermieri

Qualche lacrima e tanta commozione alla consegna delle pergamene ai primi 37 studenti che hanno concluso il Corso di laurea infermeristica iniziato tre anni fa. «A fine marzo 2006 — ricorda Piero Ciccarelli, direttore di zona — abbiamo avviato questo polo didattico assieme alla Facoltà di medicina dell’università Politecnica delle Marche. A ottobre sono iniziate le lezioni e oggi si festeggiano con le famiglie i primi laureati. Gli studenti sono della nostra provincia». Un lungo applauso ha accompagnato la consegna dei diplomi a Fabio Angeloro, Matteo Ballini, Marzia Bartolacci, Paolo Bartolini, Emanuela Bartomucci, Andrea Branchesi, Alessia Carciofi, Camilla Castellani, Caterina Ciabocco, Maria Giulia Concetti, Giancarlo Di Carlo, Barbara Di Caro, Maria Ludovica Falzetta, Maria Lida Veneranda Fedele, Laura Frassini, Alice Illuminati, Angela La Torre, Francesca Romana Machella, Marco Mancini, Daniela Marinelli, Chiara Marziali, Selina Paolucci, Serena Petrini, Manina Pietrella, Massimo Pigliacampo, Maila Pinciaroli, Erika Poeta, Silvia Ruggeri, Chiara Sabbatini, Giuseppina Sacco, Alessia Schicchera Giulia Solazzi, Luca Tartarelli, Giuseppe Tempestilli, Martina Tullio Claudia Valentini e Paola Verdini.
«Sono oggi attivi — continua Ciccarelli — tre corsi: al primo anno ci sono 71 iscritti; al secondo 66 e a terzo 63». Soddisfatto anche il rettore Marco Pacetti. «Per noi — ha detto — è un momento di grande gioia per un percorso iniziato tre anni fa con convinzione». Alla cerimonia sono intervenuti anche il sindaco e l’assessore provinciale Andrea Blarasin.

tratto da "Il Resto del Carlino" del 25/11/2009

sabato, novembre 21, 2009

Il Muro e le nuove minacce. L'ex ministro Martino sul crollo del comunismo e terrorismo

NON DIMENTICARE le due importanti lezioni ereditate dal XX secolo: prendere sul serio le minacce dei fànatici e prepararsi per tempo ad affrontarle». Questo l’invito che Antonio Martino, già ministro degli Esteri e poi della Difesa, ha rivolto al termine della sua lectio magistralis tenuta nell’aula magna dell’Università di Macerata, dove si è svolto il secondo incontro di riflessioni sui valori di libertà e democrazia, nell’ambito degli eventi celebrativi della caduta del muro di Berlino organizzati dalla Provincia di Macerata. Accolto dai saluti del presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci, della professoressa Paola Olivelli, e del presidente della Provincia Franco Capponi, l’on. prof. Antonio Martino è stato introdotto da Serena Sileoni, curatrice del ciclo di convegni, come «l’unico paladino in Italia del puro liberalismo».
ATTUALMENTE presidente italiano dell’Unione interparlamentare, Martino ha parlato senza remore degli orrori del passato e dei timori del presente. Quanto ai primi egli ha ricordato che il crollo del muro «ha restituito al vecchio Continente la sua centralità, liberando il mondo intero da un terribile e apparentemente ineliminabile incubo». Si è poi chiesto, senza trovare risposta, «come un mito malevolo e malvagio avesse potuto fare presa su tanta gente che pure aveva di fronte l’evidenza indiscutibile delle sue nefaste conseguenze e dei suoi orrori», e come «i comunisti italiani avessero potuto circondarsi di un’aria di rispettabilità quando addirittura non pretendere di possedere una sorta di superiorità morale». «Non c’è stato comportamento — ha proseguito Martino — per quanto riprovevole dell’Unione Sovietica che non sia stato accolto come giustificato e necessario dalla maggioranza dei comunisti italiani. L’URSS per loro era intoccabile, immune da qualsiasi critica. Eppure — ha proseguito l’ex Ministero — non solo l’orrore umano, ma anche il fallimento economico del modello sovietico erano un dato oggettivo».
CITANDO il sarcasmo di Hayek, Martino ha affermato che «prima venne chiesto ai cittadini dell’Est di adottare il comunismo perché riusciva a garantire benessere meglio di qualsiasi altro sistema; non appena fu evidente che ciò non era vero, venne chiesto di diventare comunisti perché i beni di consumo non erano importanti!». Quanto ai timori del presente, Martino ha affermato che «col crollo del Muro si è passati dall’incubo della guerra al rischio del terrorismo» e ha poi insistito sulle debolezze dell’Occidente. Al termine della lectio, la Provincia ha donato a Martino un quadro dell’artista maceratese Silvio Natali in segno di gratitudine. L’opera di Natali si ispira proprio alla caduta dei regimi comunisti dell’est Europa e alla fine della cosiddetta guerra fredda.

Da "Il Resto del Carlino" del 23/11/2009

mercoledì, novembre 18, 2009

Flessibilità : il lavoro mobilita l'uomo


di Nazzarena Luchetti

In un mondo che cambia velocemente, il concetto di flessibilità diventa fondamentale per il rafforzamento del mercato del lavoro. Nella maggioranza dei casi, però, dal punto di vista dei lavoratori, questa equivale a un orizzonte senza prospettive, con mobilità, rischio e incertezza. Per cui, molti lavoratori considerano la flessibilità come un’infrazione all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, perché viene meno uno dei suoi aspetti più importanti, quello di un lavoro stabile.
L’articolo, oltre a contenere l’illegittimità del licenziamento senza giusta causa, afferma il diritto del lavoratore a una stabilità reale (diritto ad avere un orario di lavoro, una mansione in una sede di lavoro stabile…).
Sebbene, nel nostro Paese, il lavoro a tempo determinato, le prestazioni occasionali e le collaborazioni siano nella media europea, persiste un condizionamento culturale che ha portato alla mitizzazione del posto fisso: il lavoro a tempo indeterminato rimane, per molti lavoratori, il contratto privilegiato.
Che il posto fisso sia un valore, lo ha affermato ultimamente anche il Ministro Tremonti attirando la replica del presidente di Confindustria, Mercegaglia, che non ritiene possibile un ritorno al passato. Sicuramente c’è più bisogno di “entrate fisse” o perlomeno stabili, piuttosto che di un posto fisso. E’ comunque importante sviluppare una cultura positiva del concetto di flessibilità, che non vuol dire precarietà. Essere flessibili è sinonimo di autonomia, capacità di adattarsi alla domanda (ricoprendo anche mansioni lontane dal proprio tipo di formazione), di aumento delle competenze: non più il posto fisso per tutta la vita ma un cambiamento di occupazione e datori di lavoro. Purtroppo, però, non è garantito sempre lo stesso reddito. Ed è questo l’aspetto più condizionante: la mancanza di un reddito continuativo, con il quale pianificare la propria vita.
Il periodo che intercorre tra un impiego e l’altro dovrebbe essere coperto da supporti per garantire quella continuità di risorse di cui normalmente si necessita per vivere. Ciò che preoccupa, quindi, non è la flessibilità in sé ma la sua ingovernabilità, la capacità di costruire un sistema di regole certe e condivise, ma soprattutto rispettate.
Sarebbe auspicabile adottare il modello danese della Flexicurity, o flessisicurezza, anche se non è ancora chiaro il legame tra flessibilità e sicurezza, tutelando non il posto fisso ma la persona. Nella flexicurity convivono flessibilità del mercato del lavoro e un sistema di protezione sociale ben funzionante. Gli ammortizzatori sociali sono mirati a sostenere chi temporaneamente è rimasto senza reddito e se la flessibilità è necessaria anche alle imprese, perché permette loro di essere più competitive, non vanno comunque tollerate quelle aziende che considerano il lavoratore come un prodotto “usa e getta”. Perché rappresenti davvero una grande opportunità, la flessibilità va inserita in un contesto di correttezza, di garanzie e di formazione, con chiare responsabilità ripartite tra istituzioni, aziende e lavoratori.

domenica, novembre 15, 2009

Modello di ricerca: fabbisogni professionali e lavorativi

Le politiche nazionali del lavoro da anni vedono le Province in prima fila in quanto Enti che programmano strategie per l’occupazione in ambito locale.
L’analisi dei fabbisogni professionali e formativi costituisce un’attività importante per la Provincia di Macerata in quanto consente di rilevare, tenendo conto dell’andamento economico a livello nazionale, quali sono, a livello locale, gli scenari evolutivi del settore del lavoro. In questo quadro le Istituzioni locali (Università, centri di ricerca e per l’impiego, imprese) ricoprono un ruolo fondamentale per comprendere la realtà del nostro territorio.
L’obiettivo principale di questa ricerca è quello di rilevare le esigenze e le problematiche, la quantità, e la qualità, della domanda e dell’offerta di lavoro per poi adeguare tecnologie, organizzazione e formazione, alla flessibilità del mercato del lavoro territoriale permettendo migliori condizioni occupazionali.
Le soluzioni proposte rispondono a una serie di domande che caratterizzano il mercato del lavoro.
Di quali figure professionali c’è più bisogno? Quali sono le competenze professionali che occorre formare per ciascuna figura professionale? Quali sono le figure emergenti necessarie per rilanciare lo sviluppo del territorio? Dove si registrano le difficoltà maggiori nel reperire le figure professionali che servono? Cosa condiziona lo sviluppo del tessuto economico locale? Di quali servizi in outsourcing necessitano le piccole e medie imprese per rimanere competitive? Quali azioni servono per contribuire a un effcace ricambio generazionale? Come garantire una formazione sempre più di qualità e innovativa per migliorare le prestazioni del sistema socio-economico?
Il quadro complessivo che emerge dall’indagine mostra per la provincia di Macerata una situazione in evoluzione e trasformazione.
Tra i diversi dati che emergono si rileva un livello culturale mediamente alto, mentre l’offerta di lavoro si orienta su bassi livelli di qualificazione.
Facilitare l’incontro domanda-offerta vuol dire, dunque, permettere che l’offerta di lavoro si avvicini alle necessità “reali” e non “ideali” delle imprese; tale è la condizione per supportare lo sviluppo e la crescita socio-economica del territorio. Specializzazione, integrazione, rete, flessibilità, rappresentano quindi soluzioni strategiche. Per le imprese invece occorre maggiore capacità relazionale promuovendo l’innovazione, l’internazionalità e la comunicazione come requisiti fondamentali delle strategie gestionali. Comunicare è importante almeno quanto il saper fare. I risultati di questa indagine sono importanti anche per orientare le scelte dell’offerta formativa realizzata con il contributo del FSE.
Va rilevato, comunque, che la formazione non è mai un costo se ciò che produce ha un valore, cioè genera competenze dotate di un valore d’uso e di un valore di scambio sul mercato del lavoro. L’analisi dei fabbisogni parte infatti dal presupposto che l’evoluzione economica è strettamente legata alla formazione del capitale umano: non c’è crescita per un paese se non cresce il suo capitale umano e sociale.

martedì, novembre 10, 2009

Politica del lavoro: intervista all'Assessore Andrea Blarasin


di Fernando Pallocchini

Durante la sua permanenza in questo assessorato quali sono gli obiettivi che intende perseguire?
“Abbiamo molte priorità, importante è rafforzare lo strumento della concertazione e della partecipazione delle parti sociali per raggiungere soluzioni condivise negli indirizzi, nelle metodologie, e nelle priorità legate alla politica del lavoro.
In tale ottica la Commissione Provinciale del Lavoro va utilizzata come strumento principe per far incontrare tutti gli attori del mercato del lavoro, per decidere sulle programmazioni e non più solo come organo tecnico.”

Ha in mente un progetto per i Ciof?
“I Centri per l’Impiego vanno riordinati, il loro scopo più importante deve essere l’incrocio domanda-offerta e alcuni operatori sono da destinare al contatto diretto con le aziende del territorio, per stabilire un rapporto di concreta assistenza rispetto alle reali esigenze aziendali.”

Quindi non più il lavoratore inteso solo come un numero?
“Esatto. E’ la persona in cerca di lavoro che deve tornare in primo piano, con le sue peculiarità. Il disoccupato non più come facente parte di un elenco ma un lavoratore cui va indirizzata una attenzione individualizzata, con accompagnamento personale.”

In questi periodi di crisi, quale supporto per i lavoratori licenziati?
“Nelle linee guida per le politiche attive del lavoro e per la formazione professionale abbiamo previsto di supportare i lavoratori licenziati con l’adozione di concreti piani di ricollocazione in cui siano previsti incentivi economici alle imprese per la stabilizzazione del personale precario. I piani di ricollocazione intesi non più come un formale atto burocratico ma realmente attivati per consentire un percorso vero a coloro che utilizzano gli ammortizzatori sociali.”

Come dovrebbe cambiare il ruolo dell’impresa?
“L’impresa va valorizzata non solo come posto di lavoro necessario per portare a casa lo stipendio ma deve tornare a essere un luogo dove si realizzano i desideri personali, dove una comunità umana si confronta, partecipando ciascuno con il suo ruolo e il suo compito, per realizzare obiettivi comuni.”

Sostegni per l’autoimprenditorialità?
“L’autoimprenditorialità va sostenuta utilizzando lo strumento della formazione altamente professionalizzante, con uno sguardo attento ai mutamenti sempre più rapidi del mondo, per adeguarsi con nuove strategie alle richieste di alternative, di diversificazioni settoriali di mercato e di prodotto/servizio.”

Enti e realtà locali, in tema di lavoro, collaborano strettamente?
“Sono rapporti che si stanno consolidando e, per accelerare questo percorso virtuoso, occorre creare interconnessioni attivando reti operative tra gli Enti formativi (ndr: Università, scuole, Enti formativi privati, Enti pubblici, in particolare Province e Regioni che hanno specifiche competenze anche in chiave di coordinamento) e i Ciof, le agenzie interinali, le imprese, le associazioni dei lavoratori, datoriali e tutti gli operatori socio-economici coinvolti nei processi formativi, nell’incrocio di domanda-offerta.”

giovedì, novembre 05, 2009

Festival della scuola: convegni, conferenze e workshop

Studenti di tutto il territorio hanno partecipato alle tre giornate del Festival della Scuola 2009 promosso dalla Provincia. E’ stata “informazione” a tutto campo sulla riforma scolastica, sulle nuove tecnologie didattiche, sul rapporto scuola-famiglia; con conferenze riguardanti le relazioni tra giovani e musica, lavoro, Europa; laboratori di consulenza orientativa sui “come” e i “perché” delle scelte da operare e altro ancora.
La scuola sta attraversando un momento complesso – ha sottolineato il Presidente Franco Capponi – che rappresenta, per gli studenti e per le Istituzioni, una opportunità di cambiamento, insieme con tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo della scuola”.
L’Assessore Nazareno Agostini ha evidenziato come la finalità del Festival sia mettere in sinergia Istituzioni, associazioni di categoria e agenzie per la formazione onde fornire a scuola e università un supporto a garanzia del futuro dei giovani.
Stiamo vivendo un’epoca di sfide – ha detto l’Assessore Andrea Blarasin – e tocca alla politica, anche ascoltandovi, ricercare le risposte possibili. Il sapere e il lavoro sono i contenuti irrinunciabili di queste risposte alle sfide, anche se il lavoro appare spesso come un problema lontano”.
Prima dell’esperienza nelle forme di alternanza scuola-lavoro, è bene parlare di cultura del lavoro, che oggi significa concretezza, operatività, positivo rapporto con le nuove tecnologie che stanno cambiando i processi cognitivi e di approfondimento dei giovani d’oggi rispetto al passato.
Facilitare il passaggio dalla scuola al lavoro è una priorità sia della politica che della società e iniziative come il Festival, promosso dalla Provincia di Macerata, vanno in tal senso.

domenica, novembre 01, 2009

Lavoro, la Provincia in campo. L'impegno per attenuare i contraccolpi della crisi di Pelletterie 1907 e Poltrana Frau


di Roberto Scorcella

Tolentino - Della situazione occupazionale a Tolentino, con particolare riferimento alle vicende che hanno recentemente interessato Poltrona Frau e Pelletterie 1907, si è discusso l'altro giorno in consiglio provinciale. In merito, infatti, il gruppo del Pd aveva presentato una interrogazione alla quale ha risposto l'assessore provinciale al Lavoro, Andrea Blarasin.
"Muoversi intorno ad un mercato come quello attuale - sostiene Blarasin - è complesso e con diverse variabili. Cade anche il principio, molto in voga negli anni scorsi, seconso il quale resistono meglio il prodotto di qualità e la grande impresa. Poltrona Frau, Pelletterie 1907 (49 dipendenti in mobilità), Guzzini Illuminazione (100 lavoratori in mobilità), Tombolini (78 lavoratori in mobilità) sono aziende della nostra provincia che producono prodotti di qualità e sono grandi imprese. La contrattualistica del lavoro è cambiata in ogni settore e prova ne è che gli unici contratti di assunzione in aumento sono quelli intermittenti. Come prima cosa, è necessario che tutti, e dico davvero tutti" sottolinea Blarasin "si assumano la responsabilità di fare significative azioni per fronteggiare questa crisi: pretendere che l'esempio venga dall'alto è giusto e noi, come Provincia, ci assumiamo il nostro impegno, ma occorre che ci sia la collaborazione di tutte le parti per attuare reali sinergie per fronteggiare questa crisi occupazionale. Conoscere quali siano gli strumenti che la legge mette a disposizione è senz'altro utile per renderli da subito operativi, quindi efficaci, al servizio delle imprese e dei lavoratori del nostro territorio provinciale, e quindi per Tolentino. Su Poltrona Frau ci siamo impegnati a realizzare interventi di formazione per il personale in mobilità interna e per rafforzare strategie sulla qualità e sulla sicurezza dell'azienda. Inoltre metteremo a disposizione risorse del Fondo Sociale Europeo per quei lavoratori in cassa integrazione che vogliano cimentarsi nella creazione di nuove imprese. L'interesse mostrato per Pelletterie 1907 e per la Frau s'intende esteso anche alle piccole e medie aziende del nostro territorio che, pur non essendo salite alla ribalta delle cronache, saranno sostenute con tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione. La difficoltà maggiore delle ditte" conclude l'assessore Blarasin "è quella di ottenere finanziamenti e questo costituisce il maggior ostacolo alla crescita delle piccole e medie imprese".

Collaborazione con la Bcc
Tolentino - Per i lavoratori in difficoltà, la Provincia ha istituito il Microcredito in collaborazione con le Bcc mettendo a disposizione un fondo di garanzia di 100mila euro. Questo agevolerà l'accesso al credito per fronteggiare situazioni momentanee di difficoltà economica, che potrebbero essere superate con un prestito di modesta entità. L'importo massimo richiedibile è di 3mila euro, rimborsabile con rate entro i 36 mesi.

Tratto da "Corriere Adriatico" il 01/011/2009