lunedì, maggio 31, 2010

Artigianato: una nuova rivalutazione


di Nazzarena Luchetti

Bisogna ripartire dal “saper fare”, dalle forme di manualità che personalizzano i prodotti rendendoli meno anonimi e omologati, da una maggiore presa di coscienza dell’aspetto ecologico, in altre parole va rivalutata l’importanza delle qualità artigianali dell’oggetto prodotto. Non è un caso che le grandi firme della moda come Vuitton e Gucci nelle campagne pubblicitarie 2010 evocano l’importanza degli artigiani come figure insostituibili per la creazione dei loro prodotti.

Maestri artigiani
Il termine “maestria”, con il suo rimando ai maestri artigiani, indica un impulso umano fondamentale: il desiderio di svolgere bene un lavoro. Può sembrare paradossale ma la globalizzazione non si sta rivelando l’Eldorado che tutti credevano, diventa quindi fondamentale rivolgersi al nostro “particolare”, all’abilità di fabbricare bene le cose, dove le capacità si fondano sulla pratica, e dove la motivazione conta al pari del talento. Le Marche è una delle regioni con la più alta vocazione artigiana. Ma la consapevolezza da sola non basta: dobbiamo ritornare a sostenere la forza della produzione artigianale e a trasmettere quest’arte antica per farla diventare una opportunità occupazionale. Le caratteristiche che oggi si richiedono all’artigiano sono sostanzialmente due:
1- la tradizione e l’uso delle nuove tecnologie devono convivere compatibilmente;
2- le reti artigiane devono sapersi inserire in reti produttive facendo parte di un processo produttivo più ampio, dove l’artigiano personalizza gli oggetti realizzati con sistemi industriali standard.

La Provincia, interlocutore privilegiato
La marcata matrice individualista, il “fare tutto da sé” dell’artigiano, da sola non è più un modello vincente. Occorre un nuovo modus operandi: fare squadra diventa determinante per essere più forti nell’ottenere risorse ed essere più competitivi sul mercato mantenendo comunque salda la propria unicità che caratterizza la produzione di ogni singola azienda artigiana. La Provincia può rappresentare l’interlocutore privilegiato nel facilitare la creazione di una rete che consideri le varie specificità delle produzioni territoriali. Va quindi promossa una concertazione territoriale che si confronti, insieme con le botteghe artigiane, su mercati, posti di lavoro e produzione. Con una premessa: evitare i tempi lunghi della burocrazia che frenano lo sviluppo.

Ricambio generazionale
Si ripete da tempo che il Made in Italy salverà la nostra economia ma per farlo occorre un rilancio delle risorse umane: “E’ necessario infatti risolvere i problemi connessi al ricambio generazionale – precisa Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato – per garantire un futuro competitivo”. Per questo la nuova norma del collegato lavoro 2010 sull’introduzione dell’apprendistato a 15 anni è importante (Art.48, comma 8: sarà possibile assolvere all’ultimo anno di istruzione attraverso contratti di apprendistato).

Visione distorta
I giovani hanno una visione distorta dell’artigiano frutto di una eredità culturale: per diverse generazioni si è cercato di allontanare i figli dai mestieri manuali; lo stesso artigiano negli anni passati ha sottostimato il valore del suo lavoro spingendo i figli verso la laurea per migliorare la loro condizione, con il risultato che un lavoro di pregio come quello dell’artigiano non ha più addetti e ci si ritrova con tanti giovani, magari con laurea, a cui l’attuale realtà occupazionale non riesce a dare una risposta. Secondo i dati Istat, nel 2009 ci sono state figure professionali difficili da reperire sul mercato. Lo scorso anno le aziende artigiane hanno faticato a trovare 23.470 professionisti su tutto il territorio nazionale, che rispondessero alle caratteristiche richieste. A scarseggiare sono gli artigiani specializzati, le figure tecniche e d’alto profilo capaci di fornire valore aggiunto alle aziende.

Forte richiesta di artigiani
C’è molta richiesta di falegnami, come conferma Cesare Latini, titolare della “Val di Chienti”, ma i giovani non accettano questo genere di mestiere perché lo considerano poco attraente. Sono molti i posti disponibili che non si riesce a coprire e sono quelli che richiedono un mestiere, una professionalità frutto di formazione e sacrificio da impostare già in età adolescenziale, una disponibilità che pochi oggi sono disposti a dare. Si preferisce fare la fila per un posto al call center piuttosto che imparare un mestiere più gratificante, che favorisce un reddito magari più elevato. Non si discute che il “fare bottega” può essere faticoso, perché apprendere bene un mestiere è un processo lento ma i dati dicono anche come il 70% dei giovani che svolgono l’apprendistato presso gli artigiani vengano poi assunti a tempo indeterminato. Alla luce di questa analisi, la rivalutazione dell’artigianato passa attraverso la combinazione di diversi fattori.

Valorizzazione della professione
Valorizzare il ruolo professionale di tanti artigiani come classe creativa, attraverso la promozione dei loro prodotti in quanto patrimonio prezioso per il nostro territorio, sia a livello occupazionale che turistico: questo vuol dire favorire workshop formativi per le imprese artigiane che si dedicano alla lavorazione della ceramica, del legno, degli argenti, dei metalli. Nonostante la qualità dei prodotti, le aziende fanno fatica a farsi conoscere, soprattutto a causa degli alti costi della promozione. Spesso infatti le aziende artigiane sono composte da poche persone, il titolare e alcuni dipendenti, e non possono permettersi di partecipare alle fiere, non solo per il costo di allestimento degli stand, ma per mancanza di tempo, in quanto completamente impegnati a soddisfare gli ordini. Problema che potrebbe essere risolto se le Istituzioni mettessero in campo iniziative per facilitare la partecipazione a eventi e fiere. L’Associazione artigiani della Lombardia, a esempio, ha erogato dei “buoni spesa” destinati alle aziende artigiane che si sono distinte per eventuali meriti o particolari progetti innovativi. Molte imprese hanno poi utilizzato questi buoni per la formazione di personale e per innovazioni tecnologiche.

Apertura nuove imprese
L’apertura di nuove imprese passa attraverso la promozione della cultura dei vecchi mestieri che producono cose belle e “ben fatte”, distinte dai prodotti massificati della produzione seriale. Quando si parla di “centralità del laboratorio”, si fa appello alla creatività e al talento dei giovani per promuovere quella bravura che non dipende solo dalla manualità ma da una conoscenza spesso implicita e non facilmente codificabile perché i “trucchi del mestiere” si trasmettono attraverso l’attenta osservazione di chi insegna il mestiere. E poi la scuola che ricopre un ruolo fondamentale nel rilevare il talento negli studenti: la volontà di fare va stimolata e premiata. Se ciò non avvenisse si bloccherebbe non solo la crescita del singolo ma di tutto un sistema.

Innovazione: rapporto banca/impresa
Facilitare l’innovazione delle aziende puntando su l’e-commerce. I giovani con la conoscenza che hanno delle tecnologie sono fondamentali per diffondere dinamiche innovative facendo da ponte tra tradizione e progresso. Va semplificato il rapporto tra le imprese e il settore bancario: la maggior parte delle aziende che si indebitano lo fa proprio per innovare.

Artigianato e centri storici
Lo sviluppo e la rivalutazione delle botteghe dell’artigianato deve essere legato alle risorse del nostro territorio soprattutto con la rivalutazione dei centri storici. La qualità medio-alta dei prodotti delle botteghe artigiane consentirebbe di (ri)animare il centro delle città aggiungendo valore a un patrimonio di tradizione secolare storica e culturale. Ciò si presenterebbe come una alternativa ai centri commerciali delle periferie, che attirano consumatori con prodotti a costi più contenuti. Valorizzando l’artigianato, si contribuisce alla tutela di botteghe che hanno poca visibilità, nonostante l’eccellenza del prodotto, e contemporaneamente si attua una politica di recupero e di valorizzazione dei centri storici. La Carta Internazionale dell’Artigianato Artistico, che è stata sottoscritta il 26 aprile a Firenze, con la firma del presidente di Confartigianato Imprese Natalino Guerrini, va in tale senso con lo scopo di incrementare piani di sviluppo e individuare politiche europee a sostegno del settore.

giovedì, maggio 27, 2010

Politiche attive per il lavoro. Obiettivi primari: incrementare l'occupazione, ridurre la disoccupazione, favorire le pari opportunità


GLI OBIETTIVI
L’Amministrazione provinciale ha come obiettivi primari incrementare l’occupazione, favorire il reinserimento di inattivi e disoccupati, ridurre il tasso di disoccupazione giovanile e favorire le pari opportunità. Ulteriori finalità sono il sostegno alle imprese attraverso la riorganizzazione e la ristrutturazione aziendale, il sostegno per la creazione di nuove imprese e per favorire il ricambio generazionale. Poi, considerati i crescenti livelli di competizione globale, è necessario sostenere e promuovere la competitività del sistema produttivo adottando misure di innovazione soprattutto nell’organizzazione del lavoro.

LA RETE
La crisi ancora in atto impone il conseguimento di una maggiore produttività e di più qualità nei prodotti, facendo salve le caratteristiche delle filiere, segno distintivo del Made in Italy. Ecco allora la necessità di far crescere l’interdipendenza tra imprese usando nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi: creare le reti d’impresa. La “rete” laddove le imprese sono per lo più piccole e medie serve a dare più “spessore”, per superare i vincoli della dimensione senza perdere le qualità tipiche del sistema produttivo quali la specializzazione, la flessibilità e la capacità di adattamento ai mercati.

LA POLITICA
Il tema del lavoro assumerà nelle politiche di governo dell’Amministrazione provinciale una centralità tesa al raggiungimento di più obiettivi per sostenere l’occupazione con azioni finalizzate ad assicurare la piena fruizione dei diritti dei lavoratori e in grado di accompagnare i cittadini nella loro vita formativa e professionale.

Commissione provinciale del lavoro
La commissione provinciale del lavoro non va più usata solo come organo tecnico ma attraverso di essa tutti gli attori del mercato del lavoro s’incontrano e decidono su linee politiche e programmatiche.

Piani di ricollocazione
Supportare i lavoratori licenziati con l’adozione di concreti piani di ricollocazione in cui siano previsti incentivi economici alle imprese per favorire la stabilizzazione del personale precario..

Valorizzazione d’impresa
Valorizzare l’impresa non solo come luogo di lavoro finalizzato allo stipendio ma anche come luogo dove si realizzano i desideri personali, dove le persone si confrontano e partecipano agli obiettivi comuni.

Autoimprenditorialita’
Sostenere l’autoimprenditorialità con la formazione specialistica, attenti ai rapidi mutamenti del mondo per adeguarsi con nuove strategie alle richieste di alternative, di diversificazioni settoriali del mercato.

Personale eccedente
Nel trattamento del personale eccedente delle aziende in crisi valorizzare il ruolo delle agenzie private per l’impiego, garantendo regia e coordinamento di una rete di servizi per l’impiego pubblico/privata.

Tecnologie informative
Potenziare l’uso delle tecnologie informative per rendere più accessibili i servizi all’utenza, per favorire la creazione di reti, la loro interconnessione, il passaggio delle informazioni in tempo reale e il controllo della loro attendibilità per un uso più corretto.

Andrea Blarasin, Assessore

"Serve un riequilibrio tra le provincie"

LA PROVINCIA di Macerata ha un ruolo importante nelle politiche occupazionali e la Regione deve avere come obiettivo il (ri)-equilibrio dei territori che equivale a un’equa considerazione di tutte le provincie marchigiane senza privilegiarne alcune rispetto ad altre”.
Con queste parole l’assessore Andrea Blarasin ha cominciato il suo intervento durante l’incontro con l’assessore regionale Marco Luchetti sui temi del lavoro e della scuola da affrontare contro la crisi. Durante l’incontro Blarasin ha poi ricordato come la Regione abbia modificato a proprio vantaggio le percentuali di distribuzione dei fondi FSE penalizzando così le Provincie. La quota del finanziamento comunitario, infatti, è stata portata dal 25% al 35% delle risorse per la Regione, comprimendo di conseguenza la parte economica provinciale al 65%. “Sottrarre risorse economiche alle Provincie - spiega l’assessore - vuol dire rendere meno incisivi gli interventi e penalizzare i territori che vedranno così ridotti gli interventi finalizzati a sostenere lo sviluppo e a contrastare la disoccupazione”. Blarasin ha poi sostenuto l’importanza che la Commissione provinciale e regionale del Lavoro torni ad avere un ruolo politico determinante come strumento di concertazione. E’ importante non solo una visione comune tra i membri delle varie categorie istituzionali ma una fattiva collaborazione fatta da scelte coerenti in accordo con quanto stabilito negli incontri. L’assessore, a questo proposito, sottolinea l’importanza di incontri periodici, con finalità sia politiche che tecniche, che attestino piena sintonia e comunità d’intenti tra la Commissione regionale e quella provinciale. Suggerimento che è stato accolto dall’assessore regionale Luchetti che ha fissato subito due incontri per i prossimi primo e 3 di giugno.

tratto da "Il Resto del Carlino" del 27/05/2010

martedì, maggio 25, 2010

Macerata - Blarasin: Cantiere Didattico

In prima linea per la sicurezza sul lavoro: centoventi ragazzi parteciperanno alla seconda edizione del cantiere didattico


di Chiara Sentimenti

Hanno partecipato a incontri e seminari per discutere di sicurezza, ora potranno andare sul campo e verificare in prima persona che non si tratta solo di chiacchiere. Centoventi ragazzi dell'ultimo anno degli istituti pre Geometri di Macerata e Camerino parteciperanno giovedì mattina alla seconda edizione del Cantiere didattico, l'iniziativa per diffondere la cultura della sicurezza, ideata dalla Direzione provinciale del lavoro e realizzata in collaborazione con le Zone territoriali 9 e 10 dell'Asur, la Provincia, il patrocinio della Prefettura.

Una giornata in cui gli strumenti potranno visitare un cantiere in piena attività, quello che sta realizzando la palazzina alloggi del comando dei carabinieri di Tolentino, per toccare con mano l'organizzazione, i dispositivi di protezione individuale, le principali macchine e tutto quanto gira intorno alla questione sicurezza. "La nostra missione - ha detto Pierluigi Rausei a capo della Direzione provinciale del lavoro - è quella di dare sempre di più al territorio e con questa iniziativa, unica nel suo genere in Italia, crediamo di aver fornito ai ragazzi un nuovo strumento di crescita che punta sulla sicurezza come percorso di vita e non più unicamente come didattica". Non nasconde la soddisfazione e la valenza formativa del progetto il preside dell'istituto Antinori di Camerino, Enzo Bonacucina. "La scuola oramai è abbondata a se stessa, forse non interessa più nemmeno alle famiglie - ha detto - e trovare degli enti che, invece, vedono in noi un veicolo non solo di formazione ma anche di prevenzione, mi lascia senza parole".

Ha sottolineato l'importanza del raccordo tra i vari enti l'assessore provinciale Andrea Blarasin. "E' un metodo di lavoro che dovrebbe essere usato più spesso anche per altre iniziative" ha detto e, parlando dei ragazzi coinvolti, ha ribadito come questa iniziativa "servirà per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e alle sue regole che spesso vengono vissute come distanti e imposte dall'alto". Un progetto che darà, quindi, ai geometri di domani un modello di prevenzione rispetto ai singoli rischi valutabili nel cantiere. Un'idea di non secondaria importanza, soprattutto se riletta alla luce degli ultimi dati relativi alle ispezioni effettuate dalla Direzione provinciale del lavoro nei cantieri da gennaio ad aprile 2010. Dai non ancora confortanti che testimoniano come prevenzione e sicurezza sono ancora due questioni sottovalutate: 498 le ispezioni effettuate, di cui in 283 (il 56%) è stato riscontrato almeno un illecito. Oltre 1500 le posizioni lavorative sottoposte a verifica, di cui 218 irregolari (il 14,20%), 96 i lavoratori totalmente in nero e 15 quelli clandestini. Le somme riscosse per il totale delle violazioni riscontrate, penali e amministrative, è pari oltre 377mila euro.

Tratto da "Il Resto del Carlino" del 25/05/2010

Piano Provinciale 2010 - 2011


Linee di sviluppo

In conformità con gli indirizzi europei e nazionali si possono indicare tre linee di sviluppo nel Piano provinciale del biennio 2010-2011:

1 – il lavoro deve essere considerato parte essenziale di tutto il percorso educativo della persona;
2 – l’impresa e l’ambiente produttivo sono il contesto più idoneo per lo sviluppo della professionalità;
3 – la certificazione formale (attestato) deve interessare la reale verifica di conoscenze, competenze ed esperienze, a prescindere da corsi, ore e materie frequentate. Piuttosto che concentrarsi sui fattori burocratici dei percorsi formativi (durata, procedure, ecc.) l’attenzione deve essere diretta alle conoscenze, competenze e abilità acquisite che si è in grado di dimostrare.

Risorse disponibili

Asse I : 7.980.565,66 €
Asse II : 4.547.999,00 €
Asse III : 2.019.163,59 €
Asse IV : 2.297.027,55 €
Asse VI : 414.259,85 €

Totale : 17.259.015,65 €

Il contesto della Provincia di Macerata: Analisi Swot

Dai dati dell’Analisi Swot risulta che, allo stato attuale, nel territorio maceratese non ci sono gravi tensioni occupazionali, anche se la situazione risulta sicuramente preoccupante. Alcuni parametri, comunque, sono lontani dai limiti fissati a livello europeo.

Opportunità
1 – forte possibilità di crescita nei settori alternativi al manifatturiero, quali turismo, energia, terziario, tutela ambientale;
2 – numero dei laureati in sensibile aumento;
3 – elevato livello di scolarizzazione della popolazione;
4 – costante crescita dell’utilizzo degli stage ai fini della conoscenza e della successiva assunzione;

Minacce
1 – elevata specializzazione produttiva dell’industria manifatturiera in settori esposti alla concorrenza;
2 – flessione del 27,6% della richiesta di laureati a fronte di un aumento del dato nazionale;
3 – tassi di mortalità delle piccole e medie industrie locali potenzialmente elevati, legati nel prossimo futuro a problemi connessi con il ricambio generazionale;
4 – aumento delle assunzioni a tempo determinato;
5 – ruolo dei Ciof marginale nelle modalità di assunzione;

Punti di forza
1 – tasso di occupazione complessiva superiore al dato nazionale;
2 – tasso di disoccupazione femminile al minimo storico, inferiore sia al dato nazionale che europeo;
3 – tasso di disoccupazione maschile inferiore sia al dato nazionale che europeo;
4 – previsione di assunzione delle imprese maceratesi più elevata rispetto al dato regionale e nazionale;

Punti di debolezza
1 – tasso complessivo di occupazione inferiore rispetto al dato europeo;
2 – tasso di occupazione maschile in calo;
3 – saldo occupazionale negativo con aumento della mobilità e riduzione delle assunzioni;
4 – indebolimento del sistema produttivo: saldo negativo per l’aumento delle cessazioni e per le riduzioni delle iscrizioni di nuove imprese.

venerdì, maggio 21, 2010

Piano provinciale del Lavoro: la soddisfazione di Blarasin

Varato il nuovo Piano Provinciale per la Formazione Professionale e per le Politiche del Lavoro per il quale sono state messe a disposizione anticipazioni per oltre 17 milioni di euro, derivanti dal Fondo Sociale Europeo (Fse) e da suddividere tra le iniziative previste per i sei Assi di sviluppo finalizzate al superamento delle criticità del territorio.
“E’ motivo di soddisfazione e politicamente rilevante – fa presente l’Assessore Andrea Blarasin – che il nuovo Piano sia stato approvato all’unanimità, con una sola astensione e con l’apprezzamento dell’opposizione. Abbiamo agito con un metodo partecipato, predisponendo tutta una serie d’incontri per conoscere, analizzare e venire incontro alle esigenze del territorio”.
Il Piano Strategico biennale guarda al futuro, in una ottica di rilancio a medio-lungo termine, con un potenziamento del concetto di rete e di sistema da attuare tra tutti gli attori istituzionali, datoriali, sociali, i Ciof, le Agenzie per il lavoro, gli Enti formatori, le Università. La provincia maceratese presenta diverse opportunità da sfruttare tra cui una forte possibilità di crescita in settori quali turismo, energia, terziario e tutela ambientale; un numero di laureati in sensibile aumento e un elevato livello di scolarizzazione della popolazione; c’è anche una crescita costante dell’uso degli stage ai fini della conoscenza e della successiva assunzione.
Tra i punti di forza del nostro territorio abbiamo un tasso di occupazione complessiva superiore al dato nazionale, un tasso di disoccupazione femminile al minimo storico, inferiore sia alla media italiana che a quella europea, un tasso di disoccupazione maschile più basso sia del nazionale che dell’europeo. Entrando nel dettaglio il Piano prevede tra l’altro azioni formative, incentivi per la creazione di nuove imprese, voucher formativi, progetti integrati a sostegno della conciliazione vita/lavoro, consulenze e analisi aziendali per l’innovazione, azioni di politiche attive per gli ammortizzatori sociali in deroga, azioni riguardanti i Ciof per migliorare l’accesso al mercato del lavoro, inclusione sociale delle persone svantaggiate e azioni contro le discriminazioni nel mercato del lavoro, innalzamento della qualità delle risorse umane. Il Piano è stato concepito anticipando quelle che saranno le strategie dell’Unione Europea dopo il 2013, che prevedono la istituzione di macro aree, dove verranno riconosciuti i progetti di qualità, capaci di interagire con gli altri territori.

tratto dal sito di Cronache Maceratesi il 21/05/2010

sabato, maggio 15, 2010

Fondo Sociale Europeo: sostegno alla Formazione professionale e alle Politiche del lavoro

Gli obiettivi
Le attività portate avanti in materia di Formazione Professionale e di Politiche per il Lavoro sono sostenute in maniera preponderante, sia a livello regionale che provinciale, dalle risorse attivate dal Fse (Fondo Sociale Europeo). Questo è uno dei fondi strutturali europei, uno strumento strategico e finanziario della politica regionale con la quale l’Unione Europea intende rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo le disparità di sviluppo fra le regioni e gli Stati membri. Con la programmazione 2007-2013 il Fse ha come obiettivi il conseguimento della piena occupazione, il miglioramento della qualità e della produttività del lavoro, la promozione dell’integrazione sociale e la valorizzazione delle risorse umane. Il nuovo regolamento per la gestione del Fse sottolinea principi di equità e di integrazione sociale, attraverso la promozione di misure finalizzate a favorire la parità di genere e le pari opportunità.

Priorità d’intervento
1 – Adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori;
2 – miglioramento dell’accesso all’occupazione e inserimento sostenibile nel mercato del lavoro;
3 – inclusione sociale delle persone svantaggiate e lotta alla discriminazione nel mondo del lavoro;
4 – potenziamento del capitale umano;
5 – partenariati e patti per la promozione delle rifor-me e dell’inclusione nel mondo del lavoro.

POR Marche: Programmi Operativi Regionali

Il regolamento di gestione del Fse prevede che questo operi attraverso Programmi Operativi Regionali (Por). Questi, per ciascun territorio, individuano le attività più rispondenti al superamento delle criticità. Gli interventi si sviluppano in sei assi finalizzati al raggiungimento di obiettivi sia globali che specifici.

Asse 1 – Adattabilità
Accrescere l’adattabilità di lavoratori, imprese e imprenditori; sviluppare i sistemi di formazione continua e di sostegno all’adattabilità dei lavoratori; favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro; sviluppare politiche e servizi per anticipazione e gestione dei cambiamenti; promuovere competitività e imprenditorialità.

Asse 2 – Occupabilità
Ampliare la partecipazione e l’accessibilità al mercato del lavoro e migliorare la crescita sostenibile dell’occupazione; aumentare efficienza, efficacia e qualità delle Istituzioni del mercato del lavoro; attuare politiche del lavoro attive e preventive, attenti ai migranti nel mercato del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio d’imprese; migliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere.

Asse 3 – Inclusione sociale
Potenziare l’inclusione sociale delle persone svantaggiate e combattere le discriminazioni sul lavoro, sviluppando percorsi integrativi e migliorando l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.

Asse 4 – Capitale umano
Alzare la qualità delle risorse umane e l’efficacia del sistema di istruzione e formazione; rafforzare la competitività attraverso la conoscenza. Elaborazione e introduzione delle riforme dei sistemi d’istruzione, formazione e lavoro per migliorarne l’integrazione e sviluppare l’occupabilità, con particolare attenzione all’orientamento. Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l’arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e di conoscenza. Creare reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale, attenti alla promozione della ricerca e dell’innovazione.

Asse 5 – Transnazionalità, interregionalità
Ampliare e rafforzare la rete nazionale e transnazionale di relazioni del sistema regionale di istruzione, formazione e lavoro, promuovendo la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche. Questo Asse è a completa titolarità della Regione Marche, che coinvolge di volta in volta le Province.

Asse 6 – Assistenza tecnica
Migliorare la governante e l’attuazione del Programma Operativo, migliorandone l’efficacia e l’efficienza con azioni di supporto.

venerdì, maggio 14, 2010

Collegato Lavoro. La nuova riforma del lavoro collegata alla Finanziaria 2010

La nuova Riforma del Lavoro, o “Collegato Lavoro”, relativo alla Finanziaria 2010, contiene diverse novità che ridisegna per diversi aspetti il quadro normativo di numerosi istituti contrattuali e del lavoro. Vengono perfezionate alcune regole in materia di accesso ispettivo e potere di diffida. Vengono riformati importanti istituti che disciplinano le controversie di lavoro come la conciliazione, la certificazione e l’arbitrato. Le modifiche riguardano anche le disposizioni in materia di licenziamenti e cessazione dei rapporti di lavoro. Cambia inoltre la disciplina sanzionatoria in materia di orario e vengono introdotte nuove misure contro il lavoro sommerso. Novità anche in materia di permessi, congedi e aspettative, certificati di malattia. Alcune modifiche riguardano poi la “legge Biagi”, in particolare la disciplina dell’apprendistato che permetterà di assolvere agli obblighi scolastici. La nuova disciplina potenzia i controlli per evitare frodi contributive e viene affrontato il problema delle competenze in materia di sicurezza del lavoro.

Ecco una sintesi delle principali novità del Pacchetto Lavoro introdotto con la nuova riforma.

Articolo 1 - Revisione della disciplina in tema di lavori usuranti che prevede norme di favore per i lavoratori che hanno svolto lavori usuranti.

Articolo 4 - Nuovo regime sanzionatorio per il lavoro sommerso. Viene ridefinito il campo di applicazione della maxi-sanzione per lavoro nero. Prevista una riduzione delle sanzioni per i soggetti che, dopo aver usufruito di lavoro irregolare, abbiano successivamente regolarizzato il lavoratore in tal modo impiegato.

Articolo 7 - Nuovo regime sanzionatorio per l’orario di lavoro. Le novità riguardano le violazioni relative alla durata massima dell’orario settimanale, il riposo settimanale, le ferie annuali, il riposo giornaliero.

Articolo 18 - Aspettativa. E’ prevista la possibilità per i dipendenti pubblici di essere collocati in aspettativa non retribuita per un anno anche per avviare attività professionali e imprenditoriali.

Articolo 23 - Riorganizzazione della normativa in materia di Delega al Governo per congedi, aspettativa e permessi spettanti ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato.

Articolo 24 - Permessi per l’assistenza a portatori di handicap in situazione di gravità e vengono delineati i potenziali beneficiari del permesso di tre giorni mensili retribuiti.

Articolo 25 - Certificati di malattia. A decorrere dal 1° gennaio 2010, è introdotto il sistema di trasmissione della documentazione della malattia per via telematica.

Articolo 30 - Certificazione contratti di lavoro. Le modifiche hanno l’intento di dare maggiore slancio all’istituto di certificazione dei contratti di lavoro per un corretto inquadramento del rapporto con clausole compromissorie al contratto di lavoro, al fine di evitare possibili liti future.

Articolo 31 - Le nuove procedure di conciliazione e arbitrato. Lavoratore e datore di lavoro, al momento della stipula del contratto, possono decidere di affidare eventuali controversie lavorative a un arbitrato, invece che al giudice del lavoro.

Articolo 32L’impugnazione dei licenziamenti perde di efficacia se il ricorso non è depositato in tribunale, o non è comunicata alla controparte la richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato, entro 180 giorni dalla data del deposito del ricorso nella cancelleria o, dalla comunicazione alla controparte della richiesta di tentativo della conciliazione. Resta fermo l’obbligo, per il lavoratore licenziato, di impugnazione del licenziamento entro 60 giorni dalla sua comunicazione, ma nei successivi 180 giorni il lavoratore ha l’onere di proporre ricorso davanti al giudice del lavoro (altrimenti decade l’azione).

Articoli 33 - Il nuovo processo ispettivo. Particolare attenzione viene posta sul verbale ispettivo di primo accesso che diventa determinante per la stesura del verbale conclusivo.

Articolo 35 - Indennizzi per cessazione di attività commerciale o aziende in crisi.

Articolo 36 - Interventi di formazione professionale per sostenere il reddito dei lavoratori disoccupati o a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.

Articolo 38 - Conciliazione monocratica. Il relativo verbale è dichiarato esecutivo con decreto dal giudice competente, su istanza della parte interessata.

Articolo 39 - Omesso versamento delle ritenute previdenziali: reato anche per il committente.

Articoli 40, 45 - Disposizioni in materia di contribuzione figurativa e per periodi di malattia.

Articolo 46 - Deleghe in materia di riforma del welfare: il Governo, entro trentasei mesi dalla entrata in vigore della legge, dovrà revisionare la disciplina degli ammortizzatori sociali, del servizio per l’impiego, incentivi all’occupazione, all’apprendistato e all’occupazione femminile.

Articolo 48 - Novità per le tipologie contrattuali di lavoro: ritorna lo staff leasing, ovvero il contratto di somministrazione. Apprendisti a 15 anni. Sarà possibile assolvere all’ultimo anno di obbligo di istruzione attraverso contratti di apprendistato.

Articolo 50 - Altre novità riguardano le collaborazioni coordinate e continuative. In caso di trasformazione del contratto a tempo determinato in assunzione a tempo indeterminato, il datore di lavoro è tenuto solo a indennizzare il prestatore di lavoro con un’indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità di retribuzione.

lunedì, maggio 10, 2010

Paolo Raschioni. Quando la passione si trasforma in mestiere:"La Fioreria dei Monti Azzurri"


di Nazzarena Luchetti

Quando si visitano officine e botteghe capita di trovare veri tesori di tradizioni e competenze di cui gli stessi artefici non sono del tutto consapevoli. E capita di trovare la persona che meno ti aspetti in una falegnameria: un ragazzo di 23 anni chino a levigare un pezzo di legno. E’ Paolo Raschioni, titolare de “La Fioriera dei Monti Azzurri”, azienda artigiana che produce fioriere e soluzioni d’arredo con tronchetti in legno di castagno lavorati interamente a mano.
Paolo non ha ereditato nessuna azienda di famiglia, ha creato una impresa artigiana dal niente, seguendo solo un’idea e l’idea è diventata realtà. La storia di Paolo è un esempio per tutti i giovani che credono in qualcosa, che non si affidano alla sorte per decidere il proprio futuro: semplicemente lo sognano e con determinazione lo realizzano, perché non c’è potere più grande della volontà. Ogni traguardo è il risultato di passione e perseveranza, la fortuna, se c’è, è quella che ti fa incontrare, durante il cammino, persone che credono in te e decidono di portare avanti insieme lo stesso progetto, anche quando la scuola non incoraggia a seguire le proprie inclinazioni. Paolo ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte “G.Cantalamessa” di Macerata e, terminata la scuola, nessun professore, accertata l’evidenza del talento di Paolo, ha pensato di segnalarlo a qualche azienda o avviarlo a un corso di formazione. Ma questa è un’altra storia. Paolo ha scelto e ha saputo presentare in maniera nuova e convincente un mestiere antico, quello del falegname, dove servono capacità manuali, pazienza, precisione e soprattutto passione. Passione per il legno che Paolo fin da bambino ha potuto sperimentare realizzando, all’età di 13 anni, un castello medievale alto tre metri, interamente in legno.
La singolarità de “La Fioriera dei Monti Azzurri” sta nell’usare, per la realizzazione dei prodotti, non il comune legno di pino ma il castagno cha vanta un maggior pregio e durata. Il legno viene dai castagni dei monti Sibillini, dai boschi di Sarnano o dalla zona della Salaria che va verso Ascoli, luoghi dove il castagno cresce in abbondanza. Il merito maggiore è quello di usare non alberi disboscati bensì le potature dei castagni, rami di varia grandezza che altrimenti andrebbero macerati o bruciati. Prima della richiesta di Paolo il legno di questi alberi veniva abbandonato o utilizzato solo per legna da ardere. I boscaioli infatti commercializzano solamente i tronchi di grosse dimensioni per l’edilizia. “La Fioriera dei Monti Azzurri” ha quindi incrementato il lavoro dei montanari, oggi divenuti esperti dei vari procedimenti di potatura idonei a soddisfare le esigenze dei Paolo.
L’azienda è completamente eco-sostenibile anche nell’impermeabilizzazione dei suoi prodotti: per proteggere gli oggetti da fattori esterni, si fa uso solo di sostanze naturali a differenza delle maggior parte delle produzioni seriali che, per l’impermeabilizzazione, subiscono trattamenti chimici come quello in autoclave che “uccidono” il legno. Precisa Paolo: “Il legno è materia viva, che può venire attaccato dai parassiti, si ammala e se i tronchi appoggiati al muro non venissero spostati spesso dalle loro posizioni originarie rischierebbero di atrofizzarsi, come un uomo che non cammina da tempo”. Il trattamento in autoclave, qui assolutamente bandito, rende l’oggetto in legno come svuotato dalla sua materia, in altre parole diventa simile a un pezzo di plastica. Paolo spiega la differenza tra una fioriera prodotta in serie e la fioriera da lui realizzata: “Usiamo il legno di castagno mentre i prodotti in serie vengono fatti in pino quando va bene, altrimenti viene usato il truciolare. Poi c’è la bellezza di possedere un oggetto unico, poiché ogni pezzo è fatto interamente a mano in tutte le fasi della lavorazione e il suo valore è accresciuto anche dai piccoli difetti che sono lì per attestarne l’autenticità”. Viene da chiedersi come mai un’azienda così virtuosa non abbia la meritata visibilità. “Non facciamo molta pubblicità – spiega Paolo – per mancanza di tempo e perché mancano le risorse umane ed economiche per partecipare alle fiere, alle quali farebbe seguito senza dubbio un notevole aumento della produzione”.
L’impresa sta crescendo solo con il passaparola e con la partecipazione a una sola fiera: “La Fiera del Verde” di Villa Potenza. In tutti i casi simili a questo degli incentivi mirati da parte delle Istituzioni non solo favorirebbero lo sviluppo di piccole aziende artigiane come quella di Paolo ma incoraggerebbero altri giovani ad aprire nuove imprese.