domenica, febbraio 21, 2010

Blarasin: "Eurodesk è stato migliorato"

Civitanova - “In relazione al rinnovo dell’adesione della Provincia alla Rete Nazionale Eurodesk ribadiamo alla consigliera Boscolo che è stata una scelta consapevole dell’Amministrazione e non di un “ripensamento indotto”, dal momento che si è operato nei tempi utili previsti e in coerenza con le modalità di gestione del Bilancio di previsione”. Lo scrive l’assessore provinciale Andrea Blarasin che aggiunge: “Tutto questo è stato convalidato anche da una lettera del presidente nazionale di Eurodesk . L’Amministrazione del presidente Capponi, dopo aver verificato la realtà operativa dello sportello Eurodesk e di servizi analoghi, ha razionalizzato il sistema. Infatti, per quanto riguarda le notizie in rete, invece di replicare le informazioni, si è previsto un link di collegamento sul sito dei giovani per attrarre una maggiore utenza rispetto alla media di 1 (uno!) utente al giorno nel 2009. L’orario dello sportello è stato ridimensionato in base alle effettive esigenze degli utenti, mentre il personale attualmente impegnato è professionalmente qualificato dal momento che cura con successo la Rete Eures, con la quale s’intende integrare l’Eurodesk.
La decisione di inserire personale nuovo è stata la logica conseguenza portata dal pensionamento della precedente addetta e dalla scadenza del rapporto di consulenza con un altro soggetto, non rinnovato perché ritenuto oneroso (alcune decine di migliaia di euro) da una Amministrazione attenta a risparmiare denaro pubblico che, quindi, ha preferito persone già in ruolo, senza oneri aggiuntivi per la Provincia. Le scelte operate si stanno rivelando giuste e trovano l’apprezzamento degli utenti dal momento che in sole sei giornate effettive di lavoro le presenze registrate sono salite a 15!
Ciò che stupisce sono le affermazioni, fatte da un rappresentante dei cittadini-elettori, che offendono la dignità e la professionalità di persone impegnate ogni giorno a cercare di soddisfare le esigenze degli utenti, spesso appartenenti a categorie svantaggiate. La sensazione che si ha dalle accuse è che una certa classe politica teme il cambiamento perché questo comporta la perdita di diritti ritenuti acquisiti, come se mantenere uno status quo fosse un dovere per la nuova Amministrazione”.

tratto da "Corriere Adriatico" del 21/02/2010

giovedì, febbraio 18, 2010

Incentivi provinciali all'occupazione

La Provincia ha emanato due bandi - entrambi in pubblicazione da questa settimana sul sito http://www.lavoro.mc.it/ - finalizzati ad incentivare le imprese nella creazione di nuovi posti di lavoro e nella stabilizzazione dei rapporti di lavoro atipici in atto. Per questi due scopi la Provincia erogherà alle aziende che assumeranno nuovo personale (a tempo pieno o part-time) o che trasformeranno in contratti di lavoro i rapporti attualmente non di dipendenza, contributi per complessivi 328 mila euro. Si tratta dei due nuovi interventi - già annunciati a dicembre in occasione del primo incontro del Presidente Capponi e dell'Assessore Blarasin con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali - messi in atto dalla Provincia in aggiunta a quelli già avviati per far fronte alla crisi economica, attraverso aiuti alle imprese e sostegno ai livelli occupazionali. Per ogni nuova occupazione di persona inoccupata o disoccupata iscritta al Centro per l'impiego il contributo varia da un minimo di duemila euro (se a tempo determinato per un anno) ad un massimo di settantamila, se l'assunzione è a tempo indeterminato e a tempo pieno. Per la trasformazione di contratti di collaborazione o "a progetto" o "intermittenti" e simili in contratti di lavoro a tempo indeterminato, il contributo p fissato in 5.600 euro, ridotto proporzionalmente se il contratto che si instaura è a tempo parziale.
Entrambi i bandi prevedono che i contributi possono essere aumentati del 10 o del 30% qualora l'assunzione sia relativa a donne o lavoratori di età superiore ai 45 anni oppure a lavoratori disabili, in aggiunta alla quota di collocamento obbligatorio.
Le domande da parte di imprese e società cooperative con sede o unità operativa nel territorio della provincia di Macerata dovranno pervenire entro il 30 giugno 2010. Non saranno formulate graduatorie e la priorità verrà data dall'ordine di arrivo delle richieste, che debbono essere presentate preventivamente all'instaurazione del rapporto di lavoro o alla trasformazione del rapporto di lavoro atipico.

tratto da "Geronimo" del 18/02/2010

mercoledì, febbraio 17, 2010

Crisi: preoccupazione per la Cotognini

Crisi nel cuore di Macerata, da lunedì macchine ferme alla Cotognigni che per mezzo secolo ha prodotto scatole in acetato trasparente, e cartotecnica pubblicitaria.
Il problema non sarebbe stato la mancanza di commesse, ma la mancanza di liquidità. Attualmente sono 19 i lavoratori in cassa integrazione straordinaria, che hanno usufruito di brevi periodi di cassa integrazione ordinaria nel 2009.
La Cgil-Flc ha spiegato che lo scorso 11 febbraio c'è stato un incontro in provincia con l'assessore al lavoro Andrea Blarasin, in cui è stato chiesto l'impegno alle banche a concedere gli anticipi della cassa integrazione, altrimenti per circa sei mesi resteranno senza stipendio, dopo che non hanno preso quello di gennaio e febbraio. Per la maggior parte i dipendenti sono persone che lavorano da decenni in azienda, dunque difficili da ricollocare nel mercato del lavoro.
La Lega Italia, il movimento che fa capo all'avvocato Carlo Taormina, annunciato come possibile sindaco di Macerata, ha chiesto alla Cotognigni di contattarli, perchè potrebbero aiutarli. Uno spiraglio verrebbe dalla cessione ad un altro imprenditore, o dalla concessione di crediti.

lunedì, febbraio 15, 2010

Discriminazione retributiva: donna, l'insostenibile leggerezza della busta paga


di Nazzarena Luchetti

Lilly Ledbetter era un’operaia della Goodyear. Al momento della pensione fece 4 calcoli e si rese conto che per 19 anni l’avevano pagata meno dei colleghi uomini pur ricoprendo le stesse mansioni: riceveva una paga inferiore solo perché donna e l’azienda, così facendo, aveva risparmiato 200mila euro. Un anno dopo in Usa è stata approvata la legge ”Lilly Ledbetter” per l’equità salariale, intitolata alla donna che se n’era fatta promotrice. Lei non è stata risarcita ma tutte le donne americane non saranno più discriminate. Almeno sulla carta, perché la parità, spesso, è più dichiarata che reale.
In Inghilterra solo lo scorso anno ci sono state ben 44mila cause di lavoro legate a discriminazioni retributive. In Italia secondo la legge 125/91, “E’ discriminazione qualsiasi atto, patto o comportamento, che produca un effetto pregiudizievole discriminando, anche in via indiretta, i lavoratori in ragione del sesso”. Di recente sono state introdotte nuove norme con il decreto del 25 gennaio 2010 che s’integrano con la direttiva del 2006 sui principi delle pari opportunità e della parità occupazionale. Questi strumenti stabiliscono l’illegalità nel discriminare le donne pagandole meno degli uomini a parità di lavoro.
Un recente rapporto della Bocconi sulla differenza salariale evidenzia che la donna guadagna tra il 23% e il 25% meno di un uomo (consoliamoci, in Francia la differenza è addirittura del 42%: altro che vie en rose!).
In altre parole, non serve rilanciare la produzione e combattere la disoccupazione se insieme non si assicurano misure contro la discriminazione. La disparità salariale tra uomini e donne comporta povertà anche in età avanzata perché il divario retributivo si riversa sulle pensioni.
Il settore del terziario e dei servizi è quello dove emergono di più le differenze salariali: qui 1/3 delle donne è sotto ai 1000 euro al mese e appena 1/5 supera i 1500 euro; se il salario femminile viene stabilito con contrattazione individuale ci sono più differenze, mentre si registrano minori disparità nella Pubblica Amministrazione. Nonostante il raggiungimento di titoli di studio elevati offra alle donne maggiori opportunità di retribuzioni, la differenza permane: solo il 38% delle donne laureate, rispetto al 54% degli uomini raggiungono livelli di retribuzione oltre i 1500 euro. Il gap cresce con una scolarizzazione inferiore: il 46% delle donne con un basso livello di istruzione sta sotto i 1000 euro mensili contro il 25% degli uomini con pari titolo di studi.
La disparità è legata anche alle dinamiche occupazionali di alcune zone d’Italia: dal Nord al Sud si allarga la forbice della diversità e si evidenziano più consistenti condizioni di svantaggio per le donne.
Ma quali sono i motivi per cui le donne guadagnano meno degli uomini? La ricerca della Bocconi rileva che il problema vero sta negli attuali modelli culturali e sociali: per il solo fatto di essere donna comporta un inquadramento più basso, per non parlare delle donne in posizioni di potere che si trovano spesso a spiegare all’interlocutore che lei non è la segretaria del capo ma il capo in persona. Essere uomini e avere la busta paga più pesante è frutto della vecchia convinzione che l’uomo mantenga la famiglia e quindi meriti di più. Non è un caso che in molti uffici non si chieda mai: “Quanto guadagni?” Le disparità nell’immaginario collettivo sono considerate normali: una donna che chiede è una donna che sceglie il confronto (alla pari), che usa la logica, la razionalità, la forza dei fatti, dove invece il pregiudizio vuole la dolcezza l’accondiscendenza, la passività. Molte rinunciano ai propri obiettivi e hanno un atteggiamento rassegnato, non discutono il contratto di lavoro, e pensano che basti lavorare bene per essere premiate, anche senza chiedere, spesso invece chi non chiede non ha. Si accettano disparità per paura di perdere il posto di lavoro. Eleanor Roosevelt affermava: “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”, ciò vuol dire che le donne devono impegnarsi di più per difendere i loro diritti.
Spesso gli atteggiamenti poco corretti di alcune donne (come rimanere in maternità oltre il tempo necessario) creano il dubbio di poter contare davvero sulle risorse femminili. Maggiore consapevolezza di sé, superamento di pregiudizi e del confine dei ruoli costituiscono il presupposto per ottenere la parità: prima di tutto sociale.

mercoledì, febbraio 10, 2010

Giovani imprenditori: il coraggio di affrontare un'alternativa

I dati di Unioncamere parlano chiaro: le imprese in rosa sono in crescita, da giugno 2008 a giugno 2009 + 21.342 unità.
Un’alternativa per affrontare la crisi, senza paura di rischiare.
Paola Grasso è la giovane titolare del negozio
“Borgo Fiorito” di Sforzacosta, che dopo diversi anni come operaia in una fabbrica di pelletterie a Tolentino ha deciso, nel maggio 2009, di assecondare il suo sogno: aprire un negozio di fiori. Cortesia, gentilezza e disponibilità hanno portato Paola a essere un punto di riferimento per tutti gli amanti di piante e fiori.
La vendita al dettaglio è importante ma la sua vera passione consiste nell’allestimento della chiesa per le cerimonie: “In questo luogo sacro – precisa Paola – puoi esprimere tutta la creatività che possiedi, utilizzando i fiori in infiniti modi così da rendere in dimenticabile un evento come il matrimonio”. E sì perché anche i fiori seguono mode e tendenze, e scegliere il bouquet giusto è una questione di stile.

Web 2.0: una rete di affari e di nuove figure lavorative


di Nazzarena Luchetti

“I dieci lavori più richiesti negli Stati Uniti solo cinque anni fa non esistevano, è la dimostrazione tangibile di come il mondo sia in continua evoluzione”, esordisce così Guido Grandinetti, Amministratore Delegato della “GG Company”, società di consulenza per lo sviluppo del business attraverso la rete, nel convegno che si è tenuto il 25 febbraio all’Abbadia di Fiastra. Tema del convegno: la comprensione delle possibilità del Web 2.0 e l’utilizzo mirato dei molti strumenti che la rete offre. Il dott. Grandinetti ha spiegato, con chiarezza e senza tecnicismo da addetti ai lavori, di quali e quante opportunità ci sono per fari affari con la rete nell’epoca del Web 2.0 utilizzando i vari processi di comunicazione che possono scaturire con l’uso mirato della rete e dei suoi sistemi di relazione.
Il fine è quello di mostrare come la rete sia diventata imprescindibile per il lavoro, perché è vero che i sogni e le idee muovono il mondo ma il vero motore sono i mezzi di comunicazione e Internet costituisce la strada più veloce e competitiva per arrivare all’obiettivo. E l’aspetto fondamentale è che è davvero alla portata di tutti.

L’utente come consuma(t)tore
Web 2.0 non è altro che una evoluzione di Internet; rispetto al Web 1.0 degli anni ‘90, molto più statico, siamo passati a un Web caratterizzato da una comunicazione “attiva” poiché l’utente non è più semplice fruitore di un servizio ma contribuisce alla creazione del servizio stesso; come afferma Guido Grandinetti, il consumatore, nell’evoluzione del web, è diventato “consumattore”.
Il Web 2.0 si configura come una piattaforma di molteplici concetti e servizi, una nuova frontiera per la conoscenza e per le attività: se si potesse definire con un’unica parola questa sarebbe “partecipazione”, perché la comunicazione, l’interazione e la condivisione tra le persone è la ragione dell’esistenza di questa piattaforma. In altre parole, il Web 2.0 si può paragonare a un centro gravitazionale, un insieme di principi e di procedure che collegano un autentico sistema solare di siti, blog, forum. Un vero sistema di interazione e comunicazione, dove ciò che conta non è solo il centro, ma la “lunga coda”, ovvero le persone, le aziende con le loro idee, i loro gusti, le loro scelte, le loro opinioni che influiscono sulla nascita e sviluppo di un marchio, sulla sua trasformazione ed evoluzione. Anche se ovviamente è necessaria una competenza centrale, sono gli utenti che aggiungono valore al web e in questo senso si può dire che il web è democratico per eccellenza.
Tutti possono contribuire alla conoscenza (vedi a esempio Wikipedia o Citizen journalism): si possono confutare opinioni, scrivere recensioni, si può dire nel bene o nel male ciò che si vuole.

Misurabilità dei risultati
Attraverso i social media l’utente condivide, filtra e commenta. Se gli utenti dimostrano di non apprezzare alcune funzioni queste vengono tolte, altrimenti vengono estese maggiormente. Una delle caratteristiche del web è infatti la misurabilità dei risultati che porta a trovare le soluzioni più efficaci. Da queste interazioni scaturiscono infinite idee, si anticipano le esigenze degli utenti e si promuovono studi di mercato su ciò che emerge dalla rete. Il Web 2.0 infatti ottiene il rendimento maggiore con l’intelligenza collettiva che è anche il filtro che ne seleziona il valore.
Le applicazioni di questo cervello globale si evolvono continuamente creando un asset strategico in cui si producono e condividono idee facendo comunità e facendo impresa. Tutto in tempo reale. Il successo del web infatti è la capacità di sfruttare l’intelligenza collettiva hic et nunc . E non è solo l’immediatezza a caratterizzare il web ma anche la velocità con cui avviene l’aggiornamento; il capo sviluppatore di Flickr ha dichiarato che il loro personale pubblica nuovi contenuti ogni mezz’ora.

Valore al merito
Per essere un mezzo che crei risorse, il web va comunque usato nel modo giusto. Le aziende che decidono di affidarsi alla rete (non farlo vuole dire in un futuro non lontano essere fuori dal mercato) devono avere ben chiara la strategia da seguire: non basta conoscere i vari tags, avere un blog, o essere iscritti a Facebook o Twitter, per fare affari è necessaria prima una pianificazione e una strategia di marketing. La semplice presenza in rete da sola non è sufficiente a generare profitto; solo una costante e corretta attività può portare a risultati, in questo senso la rete è uno dei pochi strumenti alla portata di tutti che valorizzi il merito perché premia chi produce contenuti e prodotti di qualità.
C’è da dire comunque che la resistenza maggiore delle persone al web è dovuta alla presunta difficoltà a capire un linguaggio troppo complesso; i sistemi oggi si sono estremamente semplificati ma è importante, a proposito, che le istituzioni locali si facciano promotrici per una maggiore diffusione dell’utilizzo della rete per il mondo del lavoro facilitando un accesso più semplice alle tecnologie attivando ad esempio dei corsi di formazione per comprendere l’utilizzo e l’enormi potenzialità che il Web ha sul mondo del lavoro.
La comprensione e l’uso di Internet e delle tecnologie correlate ha portato negli ultimi anni alla nascita di nuove figure professionali: il web marketer, il blogger (cura e gestisce il blog), il community manager (gestisce forum, crea contenuti…), il web engineer (progetta servizi e applicazioni basati sul web per aziende) e molte altre ancora. Già adesso inoltre c’è concorrenza tra fornitori di dati, venditori di applicazioni e per la proprietà di determinate classi di dati centrali: indirizzi, identità,codici di identificazione di prodotti.
Guido Grandinetti suggerisce che il regalo più lungimirante (e poi neanche tanto) che si può fare ai propri figli è la registrazione del dominio del nome in rete: vista la velocità con cui si evolve la rete avere un sito registrato con il proprio nome è un modo per investire sul futuro.
In sintesi, la vera opportunità del Web 2.0 è quella di generare contatti umani e i contatti, se ben gestiti, generano rapporti di lavoro. Capire questo vuol dire capire dove sta andando il mondo.

Wikipedia: enciclopedia online e collaborativa
Twitter: sms globali
Youtube: condivisione video
Facebook: social network, la più grande forma di dialogo del mondo
Ebay e Amazon: e-commerce per la compravendita di oggetti
Google AdSense: pubblica annunci pubblicitari
Plaxo: rubrica online e social network
Gmail: Posta elettronica con varietà di opzioni
Google Maps: ricerca e visualizza gli indirizzi
LinkedIn: social network per trovare lavoro
Viadeo: social network finanziario
WordPress: permette la creazione e la gestione dei blog
Flickr: consente la condivisione di fotografie personali
Xing: business social network professionale
Citizien Journalism: giornalismo partecipativo
MySpace: social network di musica e intrattenimento

Tagliati finanziamenti Fse alle Provincie: trattenuto un ulteriore 10%

La premessa
La Legge regionale n° 2 del 18 gennaio 1996 ha come oggetto la delega alle Province delle funzioni amministrative relative alle attività formative cofinanziate dall’Unione Europea. Questa legge prevede l’assegnazione alle Province del 75% delle risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo e una quota pari al 25% trattenuta dalla Regione che provvede a gestirla direttamente. La Regione utilizza questo provento per l’attuazione di progetti di elevata specializzazione o direttamente incidenti nella programmazione regionale generale o di settore, ovvero coinvolgenti aree comprese nel territorio di più province, o ancora per progetti derivanti dall’attuazione di accordi con le parti sociali o da protocolli d’intesa con Enti a carattere nazionale.

Il fatto nuovo
Quanto esposto nella premessa è stato cambiato. La Regione Marche, con Legge regionale n° 31 del 22 dicembre 2009 (legge finanziaria regionale 2010), ha modificato a proprio vantaggio le percentuali di distribuzione dei fondi penalizzando così le Province. Infatti la quota di finanziamento comunitario a titolarità regionale è stata portata al 35% delle risorse, comprimendo di conseguenza la parte economica provinciale al 65% per l’attuazione delle politiche del lavoro e della formazione, accentrando maggiormente la gestione delle risorse FSE a favore della Regione stessa.

La conseguenza
Spiega l’Assessore Blarasin: dal punto di vista strettamente formale, sottrarre risorse economiche alle Province significa far venir meno il principio del decentramento amministrativo richiamato dall’art. 5 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica deve operare il più ampio decentramento possibile. Dal punto di vista pratico, soprattutto in questo momento reso difficile dalla crisi economica che ha duramente colpito il mondo del lavoro, la sottrazione di una parte consistente del contributo vuol dire penalizzare i terri-tori che vedranno ridotti gli interventi finalizzati a sostenere lo sviluppo e a contrastare la disoccupazione. E’ una decurtazione che nulla ha di logico, in quanto ogni Provincia conosce le difficoltà e le emergenze del territorio di competenza e può agire in modo mirato per dare risoluzione positiva alle stesse.

lunedì, febbraio 08, 2010

Gli artigiani CNA sono interessati a realizzare aggregazioni d’impresa

La CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato, ha presentato ad oltre 100 imprenditori artigiani , venerdì 5 febbraio presso l’Hotel Grassetti di Corridonia, la proposta per favorire gli accordi per costituire reti d’impresa .
All’incontro hanno partecipato l’assessore regionale all’industria e all’artigianato Fabio Badiali e l’assessore provinciale alla formazione professionale Andrea Blarasin.

I relatori sono stati il prof. Gian Luca Gregori, preside della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche , e il consulente d’impresa dott. Giovanni Ciafrè.

Sono state presentate le risultanze di un lavoro fatto su 98 imprese artigiane e della pmi . interessate al nostro progetto Reti d’impresa – interviene Maurizio Tritarelli presidente provinciale della CNA di Macerata- che abbiamo proposto alla categoria e che coglie nel segno l’esigenza di una profonda innovazione nel modo di fare impresa.

L’obbiettivo è quello di creare le condizioni per un’impresa aperta, intelligente,attenta ad utilizzare tutte le informazioni, la formazione, disponibile al confronto, al dialogo e soprattutto disponibile a sviluppare forme di aggregazione e di collaborazione con altre imprese per realizzare sinergie comuni allo scopo di realizzare economie di scala, recupero di efficienza, dinamicità, nuove forme di presenza sui mercati, Un percorso che pur difficile, in quanto sarà necessario superare un modo di pensare tradizionalmente individualistico, può essere percorso con l’ausilio dei nuovi contratti di rete d’impresa e con l’assistenza della CNA.

giovedì, febbraio 04, 2010

Tolentino: prima edizione della Scuola di Formazione Politica

Il Circolo Politico Culturale Luigi Sturzo di Tolentino ed il Circolo Montolmo di Corridonia, in collaborazione con la Fondazione Magna Carta, sono lieti di presentare la prima edizione della Scuola di Formazione Politica che si svolgerà da febbraio a giugno (per un totale di 12 lezioni) nelle location di Corridonia e Tolentino.La Scuola di Formazione Politica sarà inaugurata dal Senatore Filippo SALTAMARTINI in occasione dell’incontro “La cittadinanza sociale nel pensiero di Don Luigi Sturzo e dei cattolici liberali” che si svolgerà sabato 6 febbraio 2009, alle ore 18.00, presso la Sala Nerpiti del palazzo Sangallo di Tolentino.
All’incontro interverrano altresì Francesco VALLI, presidente della Fondazione Magna Carta, Giulio ARGALIA, presidente della Fondazione Magna Carta Marche, Consuelo ZAMPONI, presidente del Circolo Politico Culturale Luigi Sturzo di Tolentino, Lucia QUINTABA', presidente del Circolo Montolmo di Corridonia, Alessandro MASSI e Riccardo GARBUGLIA responsabili della Scuola di Formazione Politica.
“La conoscenza determina il tuo futuro”, è questo il motto ed il significato intrinseco che gli organizzatori vogliono diffondere. Non una Scuola partitica, bensì una Scuola di politica intesa come “strumento per regolare gli ingranaggi della macchina sociale”, quindi di interessarsi dei problemi della gente, delle necessità delle comunità e del territorio. Un’iniziativa rivolta a tutti quei cittadini, giovani e meno giovani, che hanno voglia di comprendere ed approfondire la coscienza sociale, di individuarne i problemi, crearsi delle opinioni, discuterne con chi ne ha diverse e dare vita a iniziative per risolverli.
Da febbraio a giugno si parlerà quindi delle risorse umane e dei servizi comunali (Dott. Francesco MASSI), dell’assetto regionale dello stato (Prof. DI COSIMO), delle linee guida del bilancio degli enti locali (Dott. Aldo SALCICCIA - Dott. Gilberto CHIODI), della formazione, europa, provincia (Dott. Andrea BLARASIN), delle linee guida di una finanziaria (Sen. Mario BALDASSARRI), del credito e finanza (Dott. Paolo PICCARDONI), della protezione e prevenzione del territorio (Dott. Guido BERTOLASO), del saper comunicare in politica (Dott. Pietro DE LEO), della tutela della famiglia (On. Luisa SANTOLINI), del workfare e del welfare (On. Giuliano CAZZOLA), della politica estera (On. Gianni DE MICHELIS) ed infine delle politiche giovanili con il Ministro Giorgia MELONI.

Microcredito, un progetto dal successo preannunciato

Senza dubbio avrà un notevo successo, dati i presupposti, il Progetto Microcredito Etico Sociale pomosso dalla Provincia di Macerata in collaborazione con le BCC del territorio. "Il Microcredito è uno strumento finanziario nuovo - spiega l'Assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, Andrea Blarasin - pensato per le necessità del nostro tempo, per rispondere a circostanze in cui una disponibilità finanziaria immediata aiuta a superare una situazione critica. Questo progetto è una risposta per bisogni caratterizzata da: straordinarietà, il fabbisogno finanziario del richiedente dovrà essere temporaneo, inaspettato e non affrontabile con la propria disponibilità economica; essenzialità, cioè dovrà essere legato ad un bisogno primario del soggetto; sostenibilità, il soggetto dovrà avere una qualche fonte reddituale che gli consenta di restituire il prestito; progettualità, la richiesta di microcredito dovrà essere legata ad un investimento finalizzato al miglioramento della propria condizione di vita".
A disposizione del progetto, la Provincia ha inserito ben 100.000 euro, mentre i piccoli prestiti garantiti prevedono un tetto massimo di 3.000 euro da restituire entro 36 mesi secondo le effettive capacità reddituali del debitore. Per tutti i dettagli, basta rivolgersi alle filiali locali delle varie BCC di Matelica, Castelraimondo, San Severino, Camerino, oppure presso le sedi Caritas della Diocesi di Fabriano - Matelica (presso la Vicaria di Matelica in via Parrocchia, 3 - referente Remo Tavolini; 333-7790573) e della Diocesi di Camerino - San Severino (in via Roma, 2 a Camerino, tel. 0737-630283).

tratto da "Geronimo" del 04/02/2010