lunedì, maggio 10, 2010

Paolo Raschioni. Quando la passione si trasforma in mestiere:"La Fioreria dei Monti Azzurri"


di Nazzarena Luchetti

Quando si visitano officine e botteghe capita di trovare veri tesori di tradizioni e competenze di cui gli stessi artefici non sono del tutto consapevoli. E capita di trovare la persona che meno ti aspetti in una falegnameria: un ragazzo di 23 anni chino a levigare un pezzo di legno. E’ Paolo Raschioni, titolare de “La Fioriera dei Monti Azzurri”, azienda artigiana che produce fioriere e soluzioni d’arredo con tronchetti in legno di castagno lavorati interamente a mano.
Paolo non ha ereditato nessuna azienda di famiglia, ha creato una impresa artigiana dal niente, seguendo solo un’idea e l’idea è diventata realtà. La storia di Paolo è un esempio per tutti i giovani che credono in qualcosa, che non si affidano alla sorte per decidere il proprio futuro: semplicemente lo sognano e con determinazione lo realizzano, perché non c’è potere più grande della volontà. Ogni traguardo è il risultato di passione e perseveranza, la fortuna, se c’è, è quella che ti fa incontrare, durante il cammino, persone che credono in te e decidono di portare avanti insieme lo stesso progetto, anche quando la scuola non incoraggia a seguire le proprie inclinazioni. Paolo ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte “G.Cantalamessa” di Macerata e, terminata la scuola, nessun professore, accertata l’evidenza del talento di Paolo, ha pensato di segnalarlo a qualche azienda o avviarlo a un corso di formazione. Ma questa è un’altra storia. Paolo ha scelto e ha saputo presentare in maniera nuova e convincente un mestiere antico, quello del falegname, dove servono capacità manuali, pazienza, precisione e soprattutto passione. Passione per il legno che Paolo fin da bambino ha potuto sperimentare realizzando, all’età di 13 anni, un castello medievale alto tre metri, interamente in legno.
La singolarità de “La Fioriera dei Monti Azzurri” sta nell’usare, per la realizzazione dei prodotti, non il comune legno di pino ma il castagno cha vanta un maggior pregio e durata. Il legno viene dai castagni dei monti Sibillini, dai boschi di Sarnano o dalla zona della Salaria che va verso Ascoli, luoghi dove il castagno cresce in abbondanza. Il merito maggiore è quello di usare non alberi disboscati bensì le potature dei castagni, rami di varia grandezza che altrimenti andrebbero macerati o bruciati. Prima della richiesta di Paolo il legno di questi alberi veniva abbandonato o utilizzato solo per legna da ardere. I boscaioli infatti commercializzano solamente i tronchi di grosse dimensioni per l’edilizia. “La Fioriera dei Monti Azzurri” ha quindi incrementato il lavoro dei montanari, oggi divenuti esperti dei vari procedimenti di potatura idonei a soddisfare le esigenze dei Paolo.
L’azienda è completamente eco-sostenibile anche nell’impermeabilizzazione dei suoi prodotti: per proteggere gli oggetti da fattori esterni, si fa uso solo di sostanze naturali a differenza delle maggior parte delle produzioni seriali che, per l’impermeabilizzazione, subiscono trattamenti chimici come quello in autoclave che “uccidono” il legno. Precisa Paolo: “Il legno è materia viva, che può venire attaccato dai parassiti, si ammala e se i tronchi appoggiati al muro non venissero spostati spesso dalle loro posizioni originarie rischierebbero di atrofizzarsi, come un uomo che non cammina da tempo”. Il trattamento in autoclave, qui assolutamente bandito, rende l’oggetto in legno come svuotato dalla sua materia, in altre parole diventa simile a un pezzo di plastica. Paolo spiega la differenza tra una fioriera prodotta in serie e la fioriera da lui realizzata: “Usiamo il legno di castagno mentre i prodotti in serie vengono fatti in pino quando va bene, altrimenti viene usato il truciolare. Poi c’è la bellezza di possedere un oggetto unico, poiché ogni pezzo è fatto interamente a mano in tutte le fasi della lavorazione e il suo valore è accresciuto anche dai piccoli difetti che sono lì per attestarne l’autenticità”. Viene da chiedersi come mai un’azienda così virtuosa non abbia la meritata visibilità. “Non facciamo molta pubblicità – spiega Paolo – per mancanza di tempo e perché mancano le risorse umane ed economiche per partecipare alle fiere, alle quali farebbe seguito senza dubbio un notevole aumento della produzione”.
L’impresa sta crescendo solo con il passaparola e con la partecipazione a una sola fiera: “La Fiera del Verde” di Villa Potenza. In tutti i casi simili a questo degli incentivi mirati da parte delle Istituzioni non solo favorirebbero lo sviluppo di piccole aziende artigiane come quella di Paolo ma incoraggerebbero altri giovani ad aprire nuove imprese.

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