mercoledì, febbraio 10, 2010

Web 2.0: una rete di affari e di nuove figure lavorative


di Nazzarena Luchetti

“I dieci lavori più richiesti negli Stati Uniti solo cinque anni fa non esistevano, è la dimostrazione tangibile di come il mondo sia in continua evoluzione”, esordisce così Guido Grandinetti, Amministratore Delegato della “GG Company”, società di consulenza per lo sviluppo del business attraverso la rete, nel convegno che si è tenuto il 25 febbraio all’Abbadia di Fiastra. Tema del convegno: la comprensione delle possibilità del Web 2.0 e l’utilizzo mirato dei molti strumenti che la rete offre. Il dott. Grandinetti ha spiegato, con chiarezza e senza tecnicismo da addetti ai lavori, di quali e quante opportunità ci sono per fari affari con la rete nell’epoca del Web 2.0 utilizzando i vari processi di comunicazione che possono scaturire con l’uso mirato della rete e dei suoi sistemi di relazione.
Il fine è quello di mostrare come la rete sia diventata imprescindibile per il lavoro, perché è vero che i sogni e le idee muovono il mondo ma il vero motore sono i mezzi di comunicazione e Internet costituisce la strada più veloce e competitiva per arrivare all’obiettivo. E l’aspetto fondamentale è che è davvero alla portata di tutti.

L’utente come consuma(t)tore
Web 2.0 non è altro che una evoluzione di Internet; rispetto al Web 1.0 degli anni ‘90, molto più statico, siamo passati a un Web caratterizzato da una comunicazione “attiva” poiché l’utente non è più semplice fruitore di un servizio ma contribuisce alla creazione del servizio stesso; come afferma Guido Grandinetti, il consumatore, nell’evoluzione del web, è diventato “consumattore”.
Il Web 2.0 si configura come una piattaforma di molteplici concetti e servizi, una nuova frontiera per la conoscenza e per le attività: se si potesse definire con un’unica parola questa sarebbe “partecipazione”, perché la comunicazione, l’interazione e la condivisione tra le persone è la ragione dell’esistenza di questa piattaforma. In altre parole, il Web 2.0 si può paragonare a un centro gravitazionale, un insieme di principi e di procedure che collegano un autentico sistema solare di siti, blog, forum. Un vero sistema di interazione e comunicazione, dove ciò che conta non è solo il centro, ma la “lunga coda”, ovvero le persone, le aziende con le loro idee, i loro gusti, le loro scelte, le loro opinioni che influiscono sulla nascita e sviluppo di un marchio, sulla sua trasformazione ed evoluzione. Anche se ovviamente è necessaria una competenza centrale, sono gli utenti che aggiungono valore al web e in questo senso si può dire che il web è democratico per eccellenza.
Tutti possono contribuire alla conoscenza (vedi a esempio Wikipedia o Citizen journalism): si possono confutare opinioni, scrivere recensioni, si può dire nel bene o nel male ciò che si vuole.

Misurabilità dei risultati
Attraverso i social media l’utente condivide, filtra e commenta. Se gli utenti dimostrano di non apprezzare alcune funzioni queste vengono tolte, altrimenti vengono estese maggiormente. Una delle caratteristiche del web è infatti la misurabilità dei risultati che porta a trovare le soluzioni più efficaci. Da queste interazioni scaturiscono infinite idee, si anticipano le esigenze degli utenti e si promuovono studi di mercato su ciò che emerge dalla rete. Il Web 2.0 infatti ottiene il rendimento maggiore con l’intelligenza collettiva che è anche il filtro che ne seleziona il valore.
Le applicazioni di questo cervello globale si evolvono continuamente creando un asset strategico in cui si producono e condividono idee facendo comunità e facendo impresa. Tutto in tempo reale. Il successo del web infatti è la capacità di sfruttare l’intelligenza collettiva hic et nunc . E non è solo l’immediatezza a caratterizzare il web ma anche la velocità con cui avviene l’aggiornamento; il capo sviluppatore di Flickr ha dichiarato che il loro personale pubblica nuovi contenuti ogni mezz’ora.

Valore al merito
Per essere un mezzo che crei risorse, il web va comunque usato nel modo giusto. Le aziende che decidono di affidarsi alla rete (non farlo vuole dire in un futuro non lontano essere fuori dal mercato) devono avere ben chiara la strategia da seguire: non basta conoscere i vari tags, avere un blog, o essere iscritti a Facebook o Twitter, per fare affari è necessaria prima una pianificazione e una strategia di marketing. La semplice presenza in rete da sola non è sufficiente a generare profitto; solo una costante e corretta attività può portare a risultati, in questo senso la rete è uno dei pochi strumenti alla portata di tutti che valorizzi il merito perché premia chi produce contenuti e prodotti di qualità.
C’è da dire comunque che la resistenza maggiore delle persone al web è dovuta alla presunta difficoltà a capire un linguaggio troppo complesso; i sistemi oggi si sono estremamente semplificati ma è importante, a proposito, che le istituzioni locali si facciano promotrici per una maggiore diffusione dell’utilizzo della rete per il mondo del lavoro facilitando un accesso più semplice alle tecnologie attivando ad esempio dei corsi di formazione per comprendere l’utilizzo e l’enormi potenzialità che il Web ha sul mondo del lavoro.
La comprensione e l’uso di Internet e delle tecnologie correlate ha portato negli ultimi anni alla nascita di nuove figure professionali: il web marketer, il blogger (cura e gestisce il blog), il community manager (gestisce forum, crea contenuti…), il web engineer (progetta servizi e applicazioni basati sul web per aziende) e molte altre ancora. Già adesso inoltre c’è concorrenza tra fornitori di dati, venditori di applicazioni e per la proprietà di determinate classi di dati centrali: indirizzi, identità,codici di identificazione di prodotti.
Guido Grandinetti suggerisce che il regalo più lungimirante (e poi neanche tanto) che si può fare ai propri figli è la registrazione del dominio del nome in rete: vista la velocità con cui si evolve la rete avere un sito registrato con il proprio nome è un modo per investire sul futuro.
In sintesi, la vera opportunità del Web 2.0 è quella di generare contatti umani e i contatti, se ben gestiti, generano rapporti di lavoro. Capire questo vuol dire capire dove sta andando il mondo.

Wikipedia: enciclopedia online e collaborativa
Twitter: sms globali
Youtube: condivisione video
Facebook: social network, la più grande forma di dialogo del mondo
Ebay e Amazon: e-commerce per la compravendita di oggetti
Google AdSense: pubblica annunci pubblicitari
Plaxo: rubrica online e social network
Gmail: Posta elettronica con varietà di opzioni
Google Maps: ricerca e visualizza gli indirizzi
LinkedIn: social network per trovare lavoro
Viadeo: social network finanziario
WordPress: permette la creazione e la gestione dei blog
Flickr: consente la condivisione di fotografie personali
Xing: business social network professionale
Citizien Journalism: giornalismo partecipativo
MySpace: social network di musica e intrattenimento

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