sabato, ottobre 10, 2009

Onore al merito: un passo avanti per migliorare


di Nazzarena Luchetti

Il merito sembra essere il leit motiv per la ripresa dell’efficienza del paese. Agli incitamenti di Napolitano, si sono aggiunte le riforme per la scuola e l’amministrazione pubblica di Gelmini e Brunetta. Entrambi i ministri stanno promuovendo “sistemi di selezione, valutazione e gestione improntati al merito e alla trasparenza”.
In Italia, purtroppo, la non meritocrazia riguarda tutti gli aspetti, da quello economico e politico a quello familiare e culturale. Il nostro è un paese socialmente immobile, incapace di promuovere talenti e non è accettabile un sistema che metta sullo stesso piano bravi e incapaci perché così si finisce per premiare i peggiori. In questo modo non solo non si promuove l’efficienza ma la mancanza di un parametro di giudizio basato sul merito porta all’appiattimento della società e all’egualitarismo, perché nessuno è motivato a distinguersi mettendo in evidenza le proprie capacità.
Qui va fatta una riflessione: “L’essenza di una società è il capitale umano?” allora diventa fondamentale selezionare i migliori, misurandone il merito e non privilegiando le varie appartenenze, abitudine purtroppo connaturata da decenni.
Le aziende poi dovrebbero passare di mano a chi le sa gestire permettendo ai migliori di occupare le posizioni più importanti e determinanti, questo indipendentemente dalla provenienza o famiglia di origine dell’individuo.
Per promuovere una cultura del merito però non sono sufficienti punizioni e incentivi, come giustamente afferma il ministro Brunetta, ma occorre prima di tutto ridare passione alle persone, la consapevolezza che è fondamentale porsi degli obiettivi e che una volta raggiunti e riconosciuti i risultati queste verranno premiate.
Ecco perché è fondamentale uno Stato che goda della fiducia dei cittadini; nessuna società può diventare meritocratica se lo Stato non è in primis un simbolo di merito. Importante intervenire soprattutto su due aspetti: promuovere direttive che diano a tutti pari opportunità garantendo la mobilità sociale e favorire la concorrenza che non solo crea opportunità per i migliori ma è il fondamento per una crescita della produttività.
Volendo l’opportunità di migliorare bisogna anche essere disposti a una mobilità territoriale, sono pochi infatti quelli che si spostano per poter crescere professionalmente. Sarebbe auspicabile che le migliori menti e tutte le persone di buona capacità e professionalità facciano un passo avanti impegnandosi a dare il loro contributo al cambiamento, migliorando con il loro apporto la nostra società. Invece in troppi si lamentano limitandosi a criticare il sistema attuale senza esporsi. Ognuno deve partecipare al cambiamento, dobbiamo volerlo con impegno assumendoci delle responsabilità, non bisogna aspettare che sia qualcun altro a farlo per noi.

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