Il Premio Etico è giunto alla settima edizione ed è un riconoscimento che l’Amministrazione provinciale assegna annualmente a quelle aziende che hanno un comportamento socialmente responsabile, perché promuovono e sostengono al loro interno valori di integrazione e di uguaglianza.
Per il 2009 il premio è andato a cinque aziende (non più a tre essendoci stati degli ex aequo), imprese scelte per l’attenzione prestata a predisporre strumenti idonei atti a favorire l’inserimento lavorativo nel proprio ambito di persone disabili.
Molteplici sono i significati del Premio Etico, in qualche modo racchiusi nel logo ma che apportano una valenza addirittura superiore al di fuori di questo, per la ricaduta positiva e benefica che hanno nella pratica quotidiana della vita familiare, oltre che del singolo individuo. Infatti le figure geometriche che compongono il logo sono tre piccoli cerchi e un quadrato, il tutto inserito in un cerchio più grande. Il cerchio grande indica il valore dell’impresa che, accogliendo in sé le persone normodotate “i tre cerchi piccoli” insieme con la persona disabile “il quadrato”, crea un percorso virtuoso tra la produttività, elemento connaturato a ogni azienda e sua funzione vitale, e l’eticità d’impresa.
Per il 2009 il premio è andato a cinque aziende (non più a tre essendoci stati degli ex aequo), imprese scelte per l’attenzione prestata a predisporre strumenti idonei atti a favorire l’inserimento lavorativo nel proprio ambito di persone disabili.
Molteplici sono i significati del Premio Etico, in qualche modo racchiusi nel logo ma che apportano una valenza addirittura superiore al di fuori di questo, per la ricaduta positiva e benefica che hanno nella pratica quotidiana della vita familiare, oltre che del singolo individuo. Infatti le figure geometriche che compongono il logo sono tre piccoli cerchi e un quadrato, il tutto inserito in un cerchio più grande. Il cerchio grande indica il valore dell’impresa che, accogliendo in sé le persone normodotate “i tre cerchi piccoli” insieme con la persona disabile “il quadrato”, crea un percorso virtuoso tra la produttività, elemento connaturato a ogni azienda e sua funzione vitale, e l’eticità d’impresa.
E’ la società umana più evoluta, composta in questo caso da imprenditori caratterizzati da un elevato livello di coscienza, che nel momento lavorativo aiuta le sue componenti a comprendersi, ad accettarsi, a collaborare per il bene comune. E degne di lode sono le aziende nel momento in cui fanno propria questa filosofia morale e la attualizzano nella pratica lavorativa dando così un forte segnale di accoglienza verso chi viene definito “diverso”, annullando questo termine.
Grazie a queste aziende, alla loro apertura, al loro senso etico, il “diverso” è ormai un “lavoratore” come gli altri colleghi, non più “diverso” perché c’è stato un superamento di pregiudizi che ha reso vecchia l’immagine stereotipata che voleva il disabile come “diverso”.
Poi, elemento di non secondaria importanza, anche se derivante da questa situazione virtuosa, è che attraverso la sua valorizzazione come persona, il soggetto disabile dando il suo apporto lavorativo si sente partecipe alla vita sociale, sa di essere utile, riesce a intrattenere rapporti amichevoli anche attraverso il lavoro e trova la giusta motivazione per sentirsi psicologicamente più realizzato, attivando in questo modo una sorta di meccanismo che lo porta a migliorare la sua condizione di vita.
Un ulteriore effetto positivo si ha su una componente fondamentale della nostra società: la famiglia. Basti pensare ai genitori di un giovane disabile, immedesimarsi nella loro situazione, alla preoccupazione di cosa sarà della loro creatura amatissima nell’eventualità che uno dei genitori, prima o poi, venga a mancare. Sono pensieri angoscianti che segnano la quotidianità di questi genitori e li accompagnano nel loro percorso di vita. Per loro sapere che la società ha attenzione anche per le persone più deboli è di grande conforto, li tranquillizza e li aiuta ad affrontare meglio la realtà, ad averne una visione più positiva.
Quindi un grazie a queste cinque aziende della provincia maceratese, un grazie di cuore e non retorico, accompagnato da un riconoscimento ufficiale da parte della Provincia a simbolo e testimonianza di una condotta eticamente significativa.
Grazie a queste aziende, alla loro apertura, al loro senso etico, il “diverso” è ormai un “lavoratore” come gli altri colleghi, non più “diverso” perché c’è stato un superamento di pregiudizi che ha reso vecchia l’immagine stereotipata che voleva il disabile come “diverso”.
Poi, elemento di non secondaria importanza, anche se derivante da questa situazione virtuosa, è che attraverso la sua valorizzazione come persona, il soggetto disabile dando il suo apporto lavorativo si sente partecipe alla vita sociale, sa di essere utile, riesce a intrattenere rapporti amichevoli anche attraverso il lavoro e trova la giusta motivazione per sentirsi psicologicamente più realizzato, attivando in questo modo una sorta di meccanismo che lo porta a migliorare la sua condizione di vita.
Un ulteriore effetto positivo si ha su una componente fondamentale della nostra società: la famiglia. Basti pensare ai genitori di un giovane disabile, immedesimarsi nella loro situazione, alla preoccupazione di cosa sarà della loro creatura amatissima nell’eventualità che uno dei genitori, prima o poi, venga a mancare. Sono pensieri angoscianti che segnano la quotidianità di questi genitori e li accompagnano nel loro percorso di vita. Per loro sapere che la società ha attenzione anche per le persone più deboli è di grande conforto, li tranquillizza e li aiuta ad affrontare meglio la realtà, ad averne una visione più positiva.
Quindi un grazie a queste cinque aziende della provincia maceratese, un grazie di cuore e non retorico, accompagnato da un riconoscimento ufficiale da parte della Provincia a simbolo e testimonianza di una condotta eticamente significativa.
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