Sono centocinquanta i giovani inoccupati che la Provincia di Macerata ha avviato nei mesi scorsi in percorsi di formazione in aziende ed enti, nell’ambito del progetto “Tirocinio”. Grazie a questo strumento, essi hanno potuto maturare esperienze professionali inerenti il proprio titolo di studio o il proprio interesse professionale, conoscendo direttamente le realtà del mercato del lavoro locale.
“Si tratta di un’esperienza – precisa l’assessore alla Formazione professionale e politiche del Lavoro, Andrea Blarasin – che ha una durata minima di tre mesi e massima di sei, elevabile a nove mesi per i soli neolaureati. E’ molto utile sia per coloro che svolgono il tirocinio, sia per coloro che ospitano i tirocinanti. I primi, infatti, hanno la reale possibilità di ’sperimentarsi’ in un’attività lavorativa di proprio interesse. Nel contempo, l’azienda o l’ente pubblico ha modo di impiegare e accrescere le competenze del tirocinante, traendo dal suo inserimento uno spunto per l’innovazione organizzativa, di processo o di prodotto”.
Esistono due formule di attivazione dei tirocini formativi: uno finanziabile (sulla base di un apposito bando) ed uno non finanziabile. Il primo consiste nel riconoscimento al giovane tirocinante di un’indennità individuale mensile, che varia dai 200 ai 350 euro, rapportata alla distanza percorsa per raggiungere la sede del tirocinio. “Questo tipo di tirocinio– spiega Anna De Amicis, che in assessorato si occupa del relativo servizio – si può attivare presso datori di lavoro privati che ricadono fra le micro, piccole e medie imprese o enti pubblici. In favore dell’azienda o dell’ente, la Provincia riconosce il rimborso dei costi per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile”.
Il tirocinio non finanziabile non prevede indennità o rimborsi per il tirocinante né il riconoscimento delle spese di assicurazione sostenute dalle aziende o dagli enti pubblici. Questo formula è destinata ai datori di lavoro non contemplati dall’avviso pubblico dei tirocini finanziabili ovvero ad aziende di grandi dimensioni, studi professionali e studi associati, associazioni iscritte all’albo nazionale o regionale oppure comunale con almeno un dipendente a tempo indeterminato.
La Provincia ha destinato quest’anno al progetto una quota di circa 130 mila euro del Fondo sociale europeo.
“Si tratta di un’esperienza – precisa l’assessore alla Formazione professionale e politiche del Lavoro, Andrea Blarasin – che ha una durata minima di tre mesi e massima di sei, elevabile a nove mesi per i soli neolaureati. E’ molto utile sia per coloro che svolgono il tirocinio, sia per coloro che ospitano i tirocinanti. I primi, infatti, hanno la reale possibilità di ’sperimentarsi’ in un’attività lavorativa di proprio interesse. Nel contempo, l’azienda o l’ente pubblico ha modo di impiegare e accrescere le competenze del tirocinante, traendo dal suo inserimento uno spunto per l’innovazione organizzativa, di processo o di prodotto”.
Esistono due formule di attivazione dei tirocini formativi: uno finanziabile (sulla base di un apposito bando) ed uno non finanziabile. Il primo consiste nel riconoscimento al giovane tirocinante di un’indennità individuale mensile, che varia dai 200 ai 350 euro, rapportata alla distanza percorsa per raggiungere la sede del tirocinio. “Questo tipo di tirocinio– spiega Anna De Amicis, che in assessorato si occupa del relativo servizio – si può attivare presso datori di lavoro privati che ricadono fra le micro, piccole e medie imprese o enti pubblici. In favore dell’azienda o dell’ente, la Provincia riconosce il rimborso dei costi per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile”.
Il tirocinio non finanziabile non prevede indennità o rimborsi per il tirocinante né il riconoscimento delle spese di assicurazione sostenute dalle aziende o dagli enti pubblici. Questo formula è destinata ai datori di lavoro non contemplati dall’avviso pubblico dei tirocini finanziabili ovvero ad aziende di grandi dimensioni, studi professionali e studi associati, associazioni iscritte all’albo nazionale o regionale oppure comunale con almeno un dipendente a tempo indeterminato.
La Provincia ha destinato quest’anno al progetto una quota di circa 130 mila euro del Fondo sociale europeo.
Tratto da "Cronache Maceratesi" del 29/09/2009