martedì, aprile 29, 2008

Alemanno e la destra che ha fatto l'impresa

UN PASSO AVANTI NELLA STORIA
Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma. Lo ripeto per ben due volte, perché onestamente ancora non ci credo. E quanti altri come me? Una marea. Perché -sappiate- se c’è una cosa che più di altre mi ha colpito della vittoria di Alemanno, è stato il coinvolgimento spontaneo di una miriade di persone neppure residenti nell’Urbe. Molte delle mail che ci arrivavano erano di volenterosi sostenitori che pur non potendo votare (in quanto non residenti nella Capitale) hanno sostenuto -ognuno con i propri mezzi, piccoli o grandi che fossero- l’elezione del candidato del Pdl, a dimostrazione di quanto questa vittoria sia stata voluta, cercata e trovata da tutta Italia e non solo da Roma. Anche grazie a loro, queste elezioni ora hanno un significato storico per la destra italiana: perché nasconderlo? Alemanno è arrivato a toccare una meta che credevamo fosse impossibile da raggiungere. E’ riuscito laddove aveva iniziato Gianfranco Fini nel lontano 1993. Erano altri tempi: tangentopoli stava facendo il suo corso, DC e PSI erano due ricordi, ci fu l'avvento del Cavaliere, il Pdl era utopia, e soprattutto c’era ancora l’MSI. Sono passati quindici anni dal ‘93, e oggi la destra non ha vinto un’elezione, ma ha fatto l’impresa.

BRAVO ALEMANNO, HA VINTO PERCHE’ SE LO MERITA – Domanda: dopo la sconfitta schiacciante subita due anni fa da Veltroni, quanti avrebbero deciso di ricandidarsi alla medesima poltrona di sindaco di Roma? Pochi, forse nessuno, eccezion fatta per uno: Gianni Alemanno. Il quale non solo s’è ricandidato verso una vittoria improbabile (ma non impossibile), ma in questi due anni con umiltà è tornato sul territorio. Come? In due modi: diventando il Presidente Provinciale della Federazione romana di An, ma soprattutto occupandosi della città nella sua veste di Consigliere Comunale. Ripeto: quanti avrebbero fatto come lui? Alemanno è un gran lavoratore, instancabile, operativo, che pretende tantissimo, ma soprattutto che ama mettersi di continuo alla prova. E questa vittoria è la dimostrazione che c’è un modo di far politica che paga. Paga essere umili, paga fare un passo indietro se pur rischioso rispetto alle posizioni precedentemente acquisite, paga soprattutto darsi da fare anche quando i sondaggi ti sono contro. Proprio per questo Alemanno è un esempio da seguire: un uomo che non si è arreso, che umilmente si è rimesso a lavorare e che alla fine -come in una favola- ha vinto. Bravo Alemanno, questa vittoria se la merita tutta quanta, perché questo risultato premia sì il Pdl, ma premia soprattutto l’uomo politico. Che sia d’esempio.

BREVE ANALISI DI UNA VITTORIA INCREDIBILE – Molti sono i motivi della vittoria del Pdl e di Alemanno a sindaco di Roma. Oltre ai meriti del nuovo sindaco, ci sono i demeriti del suo sfidante, Francesco Rutelli, senatore del Pd. A Rutelli è mancato l’appoggio della sinistra “extraparlamentare”, dei “compagni” insomma. Lui giustamente dice “mi hanno lasciato solo”. Ma perché? Perché proprio Rutelli rappresentava per la sinistra uno “non di sinistra”. Uno che andava votato per non far eleggere Alemanno, di certo non per la sua “vision”. Del resto, “diciamocelo”, come biasimare la sinistra più estrema? La parte di quel biblico programma del Governo Prodi, voluto dalla sinistra radicale, si dice che non sia stato attuato proprio per via delle resistenze del partito di Rutelli, ormai confluito nel soggetto unico (ma non unitario). E questo, con buona pace di Rutelli, basta e avanza per aver contro una bella fetta di elettorato “amico”. A dimostrazione che lo slogan del 2006 dell’Unione “Uniti si vince” era un’opera incompleta: mancava “..ma non si governa”. Alemanno ha rappresentato (e rappresenta) il nuovo, e come tale è riuscito a portare l’opinione pubblica (e anche il suo avversario) sui suoi temi: temi realistici, mica quelli di “Alice nel paese delle meraviglie”. Per molto, troppo tempo, la sinistra ha gestito Roma in modo privatistico (e non pubblico) arrivando a farci credere che i problemi della Capitale non erano poi tanti, e i pochi che c’erano si potevano risolvere dall’oggi al domani. Balle. Roma -dopo 15 anni di malgoverno- è visibilmente un passo indietro rispetto ad ognuna delle principali capitali europee su temi come la sicurezza, il decoro urbano, la vivibilità, le prospettive future di famiglia e impresa, i servizi al cittadino e chi più ne ha più ne metta. Eppure pareva che fra inaugurazioni (fatte e rifatte) ed eventi mediatici, a Roma non ci si poteva lamentare. Eccome no: così facendo, perdendo quindi il senso della realtà, il centrosinistra ha perso la cosa più importante: il contatto non con gli elettori, ma bensì con i cittadini. E questo si paga, si paga sempre, e il prezzo è altissimo. Perché il governante che cede alla supponenza, all’arroganza e alla prepotenza, prima o poi paga dazio. Di qualunque colore esso sia.

UN PICCOLO CONSIGLIO AL SINDACO DI TUTTI – Ad Alemanno rivolgo qualche piccolo consiglio, certo che non ne avrà bisogno, ma si sa, meglio ripetere piuttosto che tacere. Perché chi tace, non sempre acconsente e spesso si pente. Il consiglio è quello di avvalersi delle persone migliori, non solo per qualifica, ma soprattutto per qualità morali e virtù. Non è l'invettiva del bacchettone, ma l’affettuoso consiglio di chi conosce la dinamica dei ruffiani, della “cortigianeria” e soprattutto dei cicisbei. Occhio Gianni. Perché a destra abbiamo molta gente valida, capace, assennata, preparata e soprattutto che è stata al tuo fianco tanto nei giorni migliori quanto in quelli peggiori. Gente che c’è stata sia prima che dopo il "codazzo". Gente che possiede quelle virtù fondamentali che prendono il nome di integrità, onestà, altruismo, sacrificio e responsabilità. Questa gente c’è. Lo sappiamo benissimo tutti quanti. Non sono né dilettanti né improvvisati. E' gente che ha probabilmente la tua stessa visione del futuro. Persone che non hanno ceduto alla tentazione dell’abbandono neppure nel momento peggiore della storia politica di tutti noi. A queste persone, quelle che sempre sono state con te e sempre lo saranno, ti consiglio di rivolgerti, perché i volti nuovi saranno quelli vecchi, gente onesta.


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