Da Dario Morosi e Mauro Falcucci
riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato:
La linea politica assunta dall’UDC, di presentarsi autonomamente alle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, vanificando così i tanti anni di alleanza con le forze politiche del centrodestra, ha generato il più grande sconcerto tra i sostenitori e simpatizzanti dell’U.D.C..
Era necessario accettare la sfida di Berlusconi, evitando posizioni ambigue, contribuendo così alla costruzione del futuro Partito Popolare Europeo, che è, per formazione e cultura, il nostro naturale e futuro approdo politico.
In questa ottica, ci è sembrato irragionevole derubricare, con troppa fretta, la proposta di Francesco Massi per una desistenza al Senato nelle Marche, che avrebbe consentito, oltre al conseguimento del premio di maggioranza da parte del centro destra, il consolidamento del senatore U.D.C. duramente conquistato nelle elezioni politiche 2006. Fatto, quest’ultimo, che ad oggi appare molto improbabile.
Per questi motivi abbiamo deciso, con enorme rammarico ed amarezza, di uscire dall’U.D.C., rimettendo di conseguenza i nostri incarichi, rispettivamente di membri della Direzione Provinciale di Pesaro e Macerata, nonché di segretario della sezione di Pievebovigliana-Fiastra-Fiordimonte-Acquacanina-Bolognola.
Sosterremo con impegno e determinazione la candidatura al Senato dell’amico Francesco Massi, sicuri di dare un contributo decisivo alla vittoria del Popolo della Libertà e di proseguire il percorso che ha visto Francesco Massi candidato nel 2005 alla Presidenza della Regione in rappresentanza dell’allora Casa delle Libertà.
Mauro Falcucci
Dario Morosi
sabato, marzo 29, 2008
giovedì, marzo 27, 2008
L'On. Giulio Tremonti a Macerata
Macerata, giovedì 27 marzo 2008
Se dovessi monitorare io le dichiarazioni che si fanno... Giulio Tremonti ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull’avvio dei controlli da parte della Consob sulla vicenda Alitalia, oggi a margine di una manifestazione elettorale del Pdl a Macerata.
A proposito di monitoraggi, ha detto di “capire il mercato e di rispettare i risparmiatori”, di essere stato lui “quello che ha osato mettersi contro Fazio per la Parmalat”.
Quanto all’Alitalia, Tremonti ha ricordato di avere seguito nel 2005 come Ministro dell’Economia “l’ultimo grande aumento di capitale'' di un miliardo, “tutti soldi sul mercato. Poi abbiamo perso le elezioni, il capitale è stato bruciato, il piano industriale non è stato attuato”.
Nel corso della stessa manifestazione, Tremonti ha lanciato la proposta di creare centrali nucleari italiane nei Balcani, spiegando la politica energetica delineata nel programma del Pd “una roba da Mulino Bianco”.
Sul leader del Partito Democratico, Walter Veltroni: “È stato lui e non Mastella il killer di Prodi; poi ha cercato di allontanarsi dal luogo del delitto. Il paragone che viene in mente è con una persona che uccide i genitori e poi chiede le attenuanti durante il processo, perché orfana”.
“I discorsi di Veltroni sono come Truman Show, dove tutto è falso. C’è dentro di tutto: Kennedy, Mandela, Procol Harum, De Gasperi. È la conclusione del ‘68, alla fine se non credi più a niente credi a tutto”.
“Veltroni disegna un’immagine dell’Italia beautiful, di plastica, mentre la realtà è molto più difficile. Il leader del Pd parla di discontinuità, unità, novità?
La sua discontinuità è un effetto speciale ottenuto con tante dosi di bianchetto sul governo Prodi.
Quanto all’unità, nel Pd ora sono in tre, con Pannella che accusa Veltroni di non aver rispettato i patti e Di Pietro che già con il governo Prodi aveva minacciato le dimissioni e raccolto firme contro iniziative del governo per 52 volte.
Infine la novità: Veltroni ha dichiarato di non essere mai stato comunista e si à definito il nuovo. In realtà ha cominciato la sua carriera alla Fgci, è stato direttore dell’Unità, deputato del Pci, segretario dei Ds. In definitiva, Veltroni è convinto di avere avuto un indulto, rispetto al suo passato politico, ma chi si vergogna del suo passato non merita il proprio futuro”.
La differenza tra Berlusconi e Veltroni? “Berlusconi non fa promesse perché sa che la situazione è difficile”. Per il vice presidente di Forza Italia Giulio Tremonti, “Veltroni può invece permettersi di fare promesse, perché è convinto di perdere. Berlusconi invece sa che vincerà e quindi non può fare troppe promesse che poi non potrà mantenere”.
Poi un cenno alla campagna elettorale. Nonostante l’escalation di toni di queste ultime ore, per Tremonti la campagna elettorale “è ancora una campagna civile, di tipo europeo, non è violenta, tanto che alcuni la definiscono noiosa. “Basta vedere quello che succede in Usa all’interno dello stesso partito”.
Quanto al faccia a faccia tv tra i candidati premier, “non è essenziale, serve piuttosto un faccia a faccia dei candidati con gli elettori”.
Se dovessi monitorare io le dichiarazioni che si fanno... Giulio Tremonti ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull’avvio dei controlli da parte della Consob sulla vicenda Alitalia, oggi a margine di una manifestazione elettorale del Pdl a Macerata.
A proposito di monitoraggi, ha detto di “capire il mercato e di rispettare i risparmiatori”, di essere stato lui “quello che ha osato mettersi contro Fazio per la Parmalat”.
Quanto all’Alitalia, Tremonti ha ricordato di avere seguito nel 2005 come Ministro dell’Economia “l’ultimo grande aumento di capitale'' di un miliardo, “tutti soldi sul mercato. Poi abbiamo perso le elezioni, il capitale è stato bruciato, il piano industriale non è stato attuato”.
Nel corso della stessa manifestazione, Tremonti ha lanciato la proposta di creare centrali nucleari italiane nei Balcani, spiegando la politica energetica delineata nel programma del Pd “una roba da Mulino Bianco”.
Sul leader del Partito Democratico, Walter Veltroni: “È stato lui e non Mastella il killer di Prodi; poi ha cercato di allontanarsi dal luogo del delitto. Il paragone che viene in mente è con una persona che uccide i genitori e poi chiede le attenuanti durante il processo, perché orfana”.
“I discorsi di Veltroni sono come Truman Show, dove tutto è falso. C’è dentro di tutto: Kennedy, Mandela, Procol Harum, De Gasperi. È la conclusione del ‘68, alla fine se non credi più a niente credi a tutto”.
“Veltroni disegna un’immagine dell’Italia beautiful, di plastica, mentre la realtà è molto più difficile. Il leader del Pd parla di discontinuità, unità, novità?
La sua discontinuità è un effetto speciale ottenuto con tante dosi di bianchetto sul governo Prodi.
Quanto all’unità, nel Pd ora sono in tre, con Pannella che accusa Veltroni di non aver rispettato i patti e Di Pietro che già con il governo Prodi aveva minacciato le dimissioni e raccolto firme contro iniziative del governo per 52 volte.
Infine la novità: Veltroni ha dichiarato di non essere mai stato comunista e si à definito il nuovo. In realtà ha cominciato la sua carriera alla Fgci, è stato direttore dell’Unità, deputato del Pci, segretario dei Ds. In definitiva, Veltroni è convinto di avere avuto un indulto, rispetto al suo passato politico, ma chi si vergogna del suo passato non merita il proprio futuro”.
La differenza tra Berlusconi e Veltroni? “Berlusconi non fa promesse perché sa che la situazione è difficile”. Per il vice presidente di Forza Italia Giulio Tremonti, “Veltroni può invece permettersi di fare promesse, perché è convinto di perdere. Berlusconi invece sa che vincerà e quindi non può fare troppe promesse che poi non potrà mantenere”.
Poi un cenno alla campagna elettorale. Nonostante l’escalation di toni di queste ultime ore, per Tremonti la campagna elettorale “è ancora una campagna civile, di tipo europeo, non è violenta, tanto che alcuni la definiscono noiosa. “Basta vedere quello che succede in Usa all’interno dello stesso partito”.
Quanto al faccia a faccia tv tra i candidati premier, “non è essenziale, serve piuttosto un faccia a faccia dei candidati con gli elettori”.
giovedì, marzo 20, 2008
lunedì, marzo 17, 2008
Tibet: Alemanno, contro repressione cinese mettere in discussione anche olimpiade
Sapevamo che l'identità del Tibet era come un fuoco che covava sotto le ceneri, oggi questa identità sta divampando come un fuoco, nonostante la repressione e la strategia del silenzio attuata dal regime cinese". E' quanto dichiara in una nota il deputato di An, Gianni Alemanno.
"Anche quando il Dalai Lama è venuto un Italia, le Istituzioni italiane, governate dal centrosinistra, hanno ceduto al ricatto del regime cinese per non dare rilevanza all'evento. Adesso l'occidente sia solidale senza omissioni e se la repressione continua si abbia il coraggio di mettere in discussione anche le Olimpiadi a Pechino".
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