Dopo l'inchiesta di CM intervengono Franco Capponi e Andrea Blarasin
di Franco Capponi
La ricostruzione della vicenda sulla mancata riqualificazione del Centro Fiere di Villa Potenza (Flop voluto o incapacità amministrativa?) che cercherò di spiegare più avanti, fatta dall’avvocato Bommarito, e’ un’altra storia triste e ancora più penalizzante della precedente inchiesta sulla Cittadella dello Sport, perche’ purtroppo non interessa solo la Città di Macerata, ma tutta la Provincia e in particolare l’area vasta della Valle del Potenza.
Non sono mai stato a pensare alle strategie recondite dei manovratori maceratesi perché penso che il confronto pubblico e la piu’ ampia esplicitazione delle strategie amministrative siano alla base del successo di ogni intervento di grande respiro e se qualche esperto del recondito ipotizzasse che il Flop o il ritardo della riqualificazione è stato scientificamente programmato, perché funzionale al decollo del progetto della Cittadella dello Sport, non mi straccerei le vesti.
I fatti di cui stiamo parlando sono abbastanza noti, meno note sono state le azioni espletate dal Comune di Macerata, molte in aperto contrasto con i nuovi e buoni principi di programmazione Urbanistica.
Il ricorso all’accordo di programma tra Comune e Provincia di Macerata “relativo alla viabilità e alla riqualificazione dell’ambito a vocazione fieristica di Villa Potenza” (questo il titolo della deliberazione n. 20 del 10 Marzo 2008, che già con il titolo tende a ingannare i cittadini in quanto l’obiettivo principale era quello di realizzarvi un ulteriore mega centro commerciale della GDO) e’ il primo peccato originale, in quanto questo procedimento preclude la possibilità per chiunque di poter intervenire nel procedimento ed è quindi sottratto alla partecipazione democratica come previsto invece per i provvedimenti urbanistici generali (PRG) o le grandi varianti urbanistiche e quindi progettato con interlocutori criptati, interessati e numericamente ridotti.
Personalmente ho fortemente contestato e contrastato la qualità di questo progetto (uno dei pochi forse, ricordo di aver condiviso questa impostazione anche con Maurizio Mosca che ho notato tra gli intervenuti al dibattito di Cronache Maceraesi, proprio forse perchè nessuno aveva compreso) per due aspetti fondamentali:
1) L’impiego di risorse strategiche della Provincia per realizzare una variante che non risolve il problema del traffico della Val Potenza e di Borgo Pertinace. Si spendono piu’ di 8 milioni di Euro di risorse pubbliche per organizzare una viabilità poco piu’ che a servizio di una lottizzazione commerciale, come quella che di li a poco scopriremo essere l’obiettivo con la pubblicazione del Bando di dismissione, emanato dal Comune di Macerata, che privilegiava temporalmente la realizzazione di una struttura sportiva polifunzionale di 4.000 posti a sedere, ma lasciava ampio margine di destinazione (commerciale) sulle altre enormi superfici disponibili (ha 29,92,00 oltre ad Ha. 7,65,00 da destinare a parco Fluviale) con la possibilità di realizzarvi oltre 200.000 metri quadrati e più di 320.000 metri cubi di nuove strutture commerciali;
2) la proposta era in netto contrasto con il PTC approvato dalla stessa Provincia (ma che Silenzi disattendeva totalmente) e che avrebbe stravolto totalmente gli sforzi di mantenere inalterato il rapporto centri storici/nuclei urbani territoriali/servizi alla comunità (anche commerciali). La valle del Potenza infatti aveva gia’ fatto una scelta differente da quella del Chienti privilegiando lo sviluppo di esercizi commerciali di vicinato e medie strutture di vendita inglobate nei contesti residenziali (tanti piccoli centri storici e Borghi da Porto Recanati ad Esanatoglia) in modo da evitare lo scivolamento a Valle (dai centri storici) e verso la fascia costiera della popolazione e delle attività economiche. Ricordo che i Comuni di Treia, di Montecasiano e di San Severino intervennero nel procedimento per opporsi ma non furono ascoltati.
Le difficoltà e l’incapacità di indicare linee nuove – oltre quelle perdenti tracciate negli ultimi anni -hanno prodotto una sorta di isolamento culturale ed economico della città di Macerata.
L’asfissia della proposta attuale sono figlie anche di questo egoismo nei confronti del resto del territorio e quello anche di pensarsi furba rispetto agli altri. Certamente un motivo scatenante e che molto spesso offusca il riferimento agli interessi generali e’ la sostanziosa contropartita in oneri edilizi che queste iniziative garantiscono nell’immediato e nel tempo (ICI) agli Enti ove sono localizzate(mega-strutture commerciali della G.D.O.).
Per questo e’ allucinante come la Regione stia ritardando il regolamento previsto dall’articolo 2 della L.R. 27/2009 mediante il quale le Province potevano stabilire i criteri per la pianificazione territoriale nel settore commerciale mediante il piano territoriale di coordinamento (PTC) di cui all’articolo 12 della l.r. 5 agosto 1992, n. 34 e in particolare quelli finalizzati ad individuare le aree di localizzazione delle grandi strutture di vendita attraverso la valutazione dell’impatto dei flussi di traffico, nonché in relazione alla rete viaria ed agli accessi. Per le aree di localizzazione delle grandi strutture di vendita, si dovranno in particolare tener conto degli effetti d’ambito sovra-comunale e di fenomeni di concentrazione territoriale di altri esercizi che producono impatti equivalenti a quelli delle grandi strutture di vendita.
Figlie di questo ritardo sono state le nascite dei nuovi cntri commerciali di Tolentino e soprattutto di Corridonia. Forse l’Avv.to Bommarito potrebbe segnalare anche questa congiunzione astrale tra queste iniziative che non sarebbero potute esserci (e per questo crescono alla velocità della luce) legate a doppio filo al ritardo della Regione Marche!
La negazione della possibilità di uno sviluppo spaziale armonico e di una progammazione di area vasta insieme agli altri Comuni e territori hanno fatto il resto (si e’ sviluppato il concetto opposto a quello della città dei centomila con cui erano stati prima ammaliati i maceratesi e non)
Ora l’accordo di programma e’ scaduto in quanto non sono state rispettate le clausole temporali in esso chiaramente riportate. Inoltre, l’emanazione da parte della Regione Marche (ultima in Italia) della Legge 22/2011 “Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico” rende impossibile proseguire nel solco dell’accordo di programma ma potra’ essere utilizzato solo il nuovo strumento del PORU (Programma operativo per la riqualificazione urbana) e introduce all’art. 5 il concetto di (Riqualificazione intercomunale) che potrebbero permettere di riqualificare e integrare aree urbane e viciniore che si trovano nel territorio di due o più Comuni limitrofi. In questo caso si possono promuovere accordi per la definizione di PORU comunali tra loro coordinati.
L’importanza di un complesso fieristico a valenza locale di cui tutti sentiamo la necessità ma anche le altre valenze che l’unicità del luogo che riesce ad attrarre nelle 20 ed oltre iniziative che oggi ospita, potranno far vivere un polo ricreativo espositivo destinato alle eccellenze della nostra Provincia (Artigianato, PMI, Agricoltura, Enogastronomia, Turismo) oltre ospitare con successo un Centro ricreativo, un Polo delle eccellenze del Made in Marche, la riscoperta e la valorizzazione dell’asta fluviale del Fiume Potenza, un verde attrezzato, la valorizzazione del sito archeologico di Helvia Recina e un nuovo Palazzetto dello Sport polivalente (e’ lapalissiano parlare qui dell’importanza dell’apporto di immagine della Lube Volley) inteso anche come centro di ricavo con l’ospitalità di attività e negozi attinenti la specificità e sostenerne la gestione.
L’area, date le dimensioni potrebbe svolgere anche la funzione di nodo scambiatore mezzi privati/mezzi pubblici in attesa di vedere realizzata la oramai “araba fenice” intervalliva Villa Potenza – Sforzacosta.
Proprio per questa unicità e strategicità dell’area di Villa Potenza, anche la Regione, la Provincia e i Comuni interessati, oltre a promuovere accordi per la definizione di PORU tra loro coordinati, potranno sostenere anche finanziariamente parte degli interventi e potranno per il resto favorire l’intervento del privato con il project financing, oggi strumento notevolmente rafforzato dalle iniziative legislative del precedente governo di centrodestra e dall’attuale Gioverno Monti nel decreto “cresci – Italia” e utilizzando in modo razionale i nuovi istituti della “Compensazione e Perequazione Urbanistica” previsti per la valorizzazione dei PORU dalla L.R. 22/2011.
Emblematico di quanto diciamo e’ oggi anche il ritardo nel Completamento dello snodo viario di Villa Potenza.
Il ritardo con cui viene portato avanti il primo stralcio avrebbe dovuto scatenare dibattito politico maceratese se non fosse visibile il crollo dell’interesse per le prospettive di cui accennavo. Il primo stralcio dell’opera dovrebbe essere gia’ ultimato da tempo ma pensiamo che la variante di Villa Potenza possa, con oltre due anni di ritardo, presto vedere la luce. Il completamento del primo stralcio dovrebbe liberare delle risorse a seguito dei consistenti ribassi d’asta e puo’ essere possibile a mio avviso completare la variante prevista a Nord di Borgo Pertinace che dovrebbe collegare la attuale rotatoria incompiuta sulla 77, con la 361 (proveniente da Jesi-Montecasiano), la 362 da Appignano, la Sp 25 (Cingolana) e di nuovo la 361 verso Treia e San Severino.
La disponibilità di queste risorse, le nuove possibilità introdotte dalla Legge Urbanistica Regionale, il nuovo project financing, potrebbero sicuramente, in un momento in cui l’attività edilizia segna il passo, dare un impulso a concludere una seria programmazione a vantaggio dell’integrazione territoriale e allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali.
Franco Capponi
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Sul caso Centro Fiere interviene anche Andrea Blarasin (Pdl), già assessore provinciale:
L’inchiesta del quotidiano on line Cronache Maceratesi, curata in modo ineccepibile dall’avvocato Bommarito, torna a mettere i maceratesi di fronte all’inadeguatezza del centro-sinistra che da più di un decennio la governa ininterrottamente. «Qualora l’Amministrazione Comunale all’epoca delle due Giunte Meschini avesse veramente voluto trovare la soluzione, sicuramente Macerata oggi avrebbe risolto da tempo il problema di buona parte dell’impiantistica sportiva di una città che è capoluogo di provincia, con il privilegio di ospitare una squadra di volley che gioca ai più alti livelli nazionali e internazionali. E avrebbe al tempo stesso sistemato a puntino anche il Centro Fiere», scrive l’avvocato, portando alla luce un altro degli inspiegabili misteri dell’era Meschini. Occasioni immotivatamente perse, un’area enorme e dalle innumerevoli potenzialità sotto-utilizzata, mentre la Lube continua a non poter disporre di strutture adeguate per il livello in cui gioca. Mi chiedo quali siano gli “interessi” che sono prevalsi in questa vicenda, non di certo quelli della città, ma soprattutto mi domando quale dovrà essere il futuro dell’area in questione sempre più a rischio di abbandono e degrado. Cosa ne è per esempio, del ponte in costruzione immediatamente a ridosso del Centro Fiere? E’ solo un ponte tra due campi a uso esclusivo dei conduttori dei fondi per passare con il trattore o avrà un futuro prossimo e concreto? Dispiace dire che è sempre la solita storia, prevale l’interesse dei gruppi ammanicati con la politica invece dell’interesse superiore a servizio dei cittadini, i cui soldi, versati con le tasse, da pubblici diventano privati! Una magia vera e propria che, ormai, sta stancando tutti.
Andrea Blarasin