lunedì, luglio 16, 2007

Corte dei conti allarmata sui conti pubblici

Corte dei conti allarmata sui conti pubblici. «Un'attenta lettura delle stime di finanza pubblica per il 2007 - spiega il presidente della Corte dei conti Tullio Lazzaro nel corso dell'audizione sul Dpef - sospinge a un giudizio più allarmato sulle tendenze in atto, confermando tutte le preoccupazioni sulle difficoltà di controllo della spesa pubblica». L'andamento della spesa pubblica nel 2007 dimostra che i risultati del risanamento dei conti sono «precari» e permangono «rischi». Lazzaro ha sottolineato come il miglioramento dei conti è per intero ascrivibile all'aumento delle entrate e della pressione fiscale, che raggiungerebbe il 42,4% al netto del Tfr. Duro il giudizio sul Dpef, che per il 2008 «disattende le indicazioni» della Commissione europea,prospettando un miglioramento del saldo strutturale di solo lo 0,2 per cento. «Si tratta di una scelta non isolata nel contesto europeo - aggiunge Lazzaro - ma che nel caso italiano espone a rischi molto alti». E secondo Lazzaro anche la prossima finanziaria non sarà leggera. Per ottemperare agli impegni sottoscritti e alle nuove iniziative «anche per il 2008 la prossima legge finanziaria dovrà disporre una manovra in grado di ottenere risorse fino a un massimo di oltre 21 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti i mezzi, non quantificati, per la copertura dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego». Allarme anche sull'efficacia degli studi di settore, che rischiano di produrre effetti di paralisi e rinvio, con una sostanziale disapplicazione e inefficacia. Lo strumento «rischia di restare sostanzialmente inapplicato proprio per la logica, sulla quale necessariamente si fonda, di voler obbligare milioni di contribuenti a doversi contemporaneamente e visibilmente adeguare a un grado più elevato di adempimento dell'obbligazione tributaria». Secondo Lazzaro, questo «necessariamente trasforma la gestione dell'adeguamento degli studi di settore in un'operazione politicamente sensibile, la cui concreta attuazione viene di fatto a essere condizionata da considerazioni di effetti di ricaduta sul piano del consenso». Lazzaro ha anche invitato a rafforzare in modo «consistente il numero dei controlli», per «elevare il rischio per coloro che continuano a sottrarsi, in tutto o in parte, all'obbligazione tributaria, proprio perché confidano nella bassissima probabilità di essere assoggettati ad accertamento». Necessario anche migliorare la gestione del recupero effettivo delle maggiori imposte e delle sanzioni inizialmente accertate. Molto problematica, poi, la copertura sia degli oneri del pubblico impiego, sia di quelli in materia pensionistica col il ricorso esclusivo a interventi di riduzione della spesa primaria, attraverso la sperimentazione dello spending review. Infatti «non va dimenticato che poco meno di due terzi della spesa corrente sono costituiti da redditi da lavoro dipendente, dalla spesa pensionistica e da quella per interessi, categorie per le quali appare esclusa o di difficile applicazione la tecnica della revisione della spesa, essendo altri i provvedimenti correttivi che ne migliorerebbero il controllo nel tempo». Per Lazzaro la pratica dei tagli orizzontali disposta con l'ultima finanziaria e le precedenti si é rivelata solo in parte efficace dando luogo a rimbalzi di spesa negli anni successivi o a reintegrazione di risorse già nell'anno di riferimento.Secondo il presidente della Corte dei conti «appare rischioso non cogliere appieno le occasioni offerte da un ciclo economico particolarmente favorevole per condurre una politica di bilancio più rigorosa, che dovrebbe avere come riferimento prioritario il percorso di riduzione del debito».

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